La vittoria dell’Inter contro il Sassuolo ha riportato serenità dopo due sconfitte consecutive. A fare chiarezza sul momento nerazzurro è stato il presidente Beppe Marotta, intervenuto a Radio Anch’io Sport su Rai Radio.
Inter, Marotta: “Cambio di allenatore? Difficoltà fisiologiche”. Ma lancia l’allarme San Siro: “Rischiamo di lasciare Milano”
Il dirigente nerazzurro ha invitato all’equilibrio:
“Bisogna avere pazienza. Siamo solo alla quarta giornata di campionato, in un calendario che ci ha visti affrontare già partite molto impegnative. Con il cambio di allenatore è normale che ci siano delle difficoltà che negli anni passati non si erano manifestate. Ci deve essere molta calma”.
Marotta ha sottolineato la fiducia nella squadra e nella guida tecnica:
“Siamo convinti che la cultura del lavoro e i valori del gruppo ci permetteranno di tornare dove vogliamo essere”.
Giovani e settore giovanile: l’orgoglio nerazzurro
Il presidente ha poi elogiato il percorso di Cristian Chivu e l’esordio di Pio Esposito:
“Chivu ha fatto sei anni nel nostro settore giovanile, vincendo due titoli nazionali con la Primavera. E poi c’è Esposito, cresciuto con noi. Spesso si dice che le società non abbiano il coraggio di lanciare i giovani, ma stiamo dimostrando che anche i grandi club possono seguire questa strada”.
Il nodo stadio: “Milano rischia di restare indietro”
Non poteva mancare il tema più delicato: il futuro di San Siro. Marotta ha espresso preoccupazione:
“Milano è una delle città più attrattive d’Europa, ma rischia di diventare marginale. Non può ospitare una finale di Champions e non sarà tra le città candidate agli Europei 2032. Questo perché la politica ha bloccato il progetto, con un dibattito portato avanti da figure conservatrici che non conoscono l’innovazione”.
Il presidente ha ribadito l’urgenza:
“San Siro è parte della storia, ma è una struttura vetusta che richiede manutenzione continua. Wembley è stato demolito e ricostruito: anche qui serve un passo avanti”.
Inter e Milan, progetto comune: “Investimento privato, nessun euro pubblico”
Marotta ha chiarito i contorni del progetto:
“Vorremmo costruire un nuovo stadio vicino a San Siro. Parliamo di un investimento interamente privato, che porterebbe benefici alla città in termini di strutture, occupazione e turismo. Oggi Milan e Inter incassano al massimo 80 milioni a testa, mentre in Europa ci sono club che superano i 300 milioni. Questo gap ci penalizza in termini di competitività”.
L’allarme finale è netto:
“Negli ultimi dieci anni in Europa sono stati costruiti 153 nuovi stadi, in Italia solo 3 ristrutturati. Se a Milano non ci saranno le condizioni, ci guarderemo attorno e valuteremo soluzioni fuori dal Comune. Ma la priorità resta fare questo passo insieme, Inter e Milan, nella loro città”.