Il Napoli di Conte mostra resilienza e profondità, ma il nuovo 4-1-4-1 solleva dubbi: De Bruyne è la chiave o serve un ritorno al 4-3-3?
Napoli, resilienza e profondità: il 4-1-4-1 di Conte è un’arma a doppio taglio
La vittoria per 3-2 contro il Pisa dello scorso 22 settembre è stata l’ennesima dimostrazione della resilienza del Napoli di Antonio Conte, capace di soffrire ma anche di colpire con grande lucidità nei momenti decisivi. Un successo che mette ancora una volta in risalto la profondità e la compattezza della rosa.
Un dato su tutti fotografa al meglio questo avvio di stagione: i partenopei hanno messo a referto 9 reti con ben 8 marcatori diversi. Un segnale chiaro di quanto la squadra sia equilibrata e pronta a contribuire in ogni reparto, senza dipendere da un singolo uomo.
Il nodo tattico del nuovo modulo
Nonostante i risultati positivi, restano alcune perplessità legate al cambio di modulo: dal classico 4-3-3, Conte è passato al 4-1-4-1 per consentire la coesistenza dei cosiddetti Fab Four di centrocampo (McTominay, Lobotka, Anguissa e De Bruyne). Una scelta coraggiosa che, almeno finora, non ha ancora prodotto quell “quid” in più atteso dai tifosi.
Il nuovo assetto sacrifica inevitabilmente un’ala: sulla corsia sinistra Lang e Neres hanno perso spazio, a favore di uno spazio cucito su misura per Kevin De Bruyne. Il belga, però, non è ancora riuscito a incidere come ci si aspetterebbe dal suo talento. Il Napoli sviluppa la maggior parte del gioco sulla fascia destra, con le combinazioni tra Di Lorenzo, Politano e Anguissa, mentre a sinistra il solo Spinazzola prova a creare superiorità, visto che McTominay viene spesso utilizzato come incursore centrale in area.
Due strade possibili
Questo, al momento, rappresenta il principale limite tattico degli azzurri: o De Bruyne trova una collocazione più vicina alla porta per esprimere al meglio la sua qualità, oppure Conte dovrà valutare un ritorno al 4-3-3, lasciando il belga come alternativa di lusso a partita in corso.
Il vero punto di forza del Napoli, tuttavia, è la flessibilità. Conte dispone di due squadre praticamente complete: una pronta a svilupparsi nel 4-1-4-1, l’altra nel 4-3-3. Questo gli permetterà di adattarsi di volta in volta alla sfida, sia dall’inizio che in corso d’opera.
Le potenzialità restano enormi e, al netto degli aggiustamenti tattici, il Napoli continua a mostrare prospettive da protagonista assoluta.
a cura di Davide Maria Pellegrino