L’arrivo di Alessandro Buongiorno al Napoli, nell’estate 2024, era stato accolto come un rinforzo strategico per la difesa azzurra. Difensore giovane, italiano, con esperienza consolidata in Serie A e leadership maturata al Torino, Buongiorno sembrava in grado di garantire stabilità e continuità al reparto arretrato. Tuttavia, la sua avventura in maglia azzurra ha presto messo in luce una fragilità significativa: la difficoltà a mantenersi disponibile per l’intera stagione. Il Napoli deve ora fare i conti con un nuovo stop pesante. Dopo l’ultima gara contro il Pisa, Buongiorno si è fermato nuovamente e gli esami strumentali hanno confermato una lesione di basso grado all’adduttore lungo della coscia sinistra. La sua assenza pesa sulla squadra di Antonio Conte, chiamata a competere con ambizioni elevate sia in campionato sia nelle competizioni europee.
Buongiorno e la maledizione degli infortuni: Napoli costretto a fare i conti con l’assenza del difensore
I dati sulle sue condizioni fisiche, riportati da Transfertmarkt, delineano un quadro preoccupante. Nella sola stagione 2024/25, Buongiorno ha accumulato oltre tre mesi di stop per diversi infortuni: dalla distorsione alla caviglia ad agosto, alla frattura della vertebra lombare tra dicembre e gennaio, fino alla doppia lesione agli adduttori tra aprile e giugno. Il totale è di circa 115 giorni di assenza, con quindici partite saltate con la maglia del Napoli, costringendo Conte a modificare più volte assetti e gerarchie difensive.
Il problema non nasce però a Napoli. Già al Torino, Buongiorno aveva mostrato una tendenza a fermarsi frequentemente: nella stagione 2023/24, quasi quaranta giorni di stop per problemi alla spalla comportarono sette partite saltate, cui si aggiunsero ulteriori assenze per infortuni muscolari. Se si sommano tutti i periodi di inattività, Buongiorno ha collezionato circa 270 giorni di stop e oltre quaranta partite perse tra Torino, Napoli e Nazionale. La frequenza di questi infortuni evidenzia come, nonostante le qualità tecniche e la leadership, il difensore rappresenti un fattore di rischio significativo nella costruzione della difesa per una squadra che ambisce a competere ai massimi livelli.
Andrea Alati