Gianluigi Buffon, leggenda del calcio italiano e capo delegazione della nazionale azzurra, ha raccontato alla Gazzetta dello Sport alcuni episodi significativi legati ad Antonio Conte e Massimiliano Allegri, due allenatori che hanno segnato la sua carriera alla Juventus.
Italia, Buffon: “Milan-Napoli? Regnerà l’equilibrio. Conte visionario, Allegri dà sfacciataggine alle sue squadre”
Parole che rivelano aneddoti, intuizioni e retroscena capaci di spiegare il successo dei due tecnici.
Buffon su Conte: “Determinazione feroce e chiarezza assoluta”
Quando Conte approdò sulla panchina della Juventus nel 2011, Buffon rimase colpito dalla forza delle sue idee:
“La determinazione feroce che aveva e la chiarezza nella trasmissione dei concetti”, ha spiegato l’ex portiere.
Un episodio rimasto nella memoria riguarda una delle prime riunioni tecniche:
“Ci disse: ‘Questo tipo di giocate si fa in questo modo. Se avete dubbi chiedete, vi darò la spiegazione. Se non ce l’avrò, significherà che vi sto prendendo in giro, e questo non accadrà mai'”.
Buffon ha ricordato anche un incontro avvenuto anni prima, quando Conte era viceallenatore del Siena:
“Era il 2005-06, ci fermammo a parlare dopo una partita. Andando via pensai: ‘O lo rinchiudono, o diventa uno dei più importanti allenatori della storia del calcio’. È successa la seconda cosa”.
Buffon su Allegri: “Ha saputo allungare il ciclo vincente”
Diverso il contributo di Massimiliano Allegri, arrivato nel 2014 dopo tre scudetti consecutivi con Conte e capace di aprire un nuovo ciclo di successi:
“Ci ha dato quella sfacciataggine che in certi momenti alla squadra serviva per superare limiti e step. Inoltre ha introdotto una routine più soft negli allenamenti: la combinazione è stata perfetta per vincere ancora”, ha spiegato Buffon.
Due aneddoti con Allegri: Malmö e la difesa
Buffon ha poi raccontato due episodi che mostrano la mentalità di Allegri.
Il primo riguarda l’esordio in Champions League nel 2014-15 contro il Malmö:
“A fine primo tempo eravamo in affanno. Allegri entrò nello spogliatoio e ci disse di stare sereni, perché avremmo vinto 3-0 o almeno con due gol di scarto. Quelle parole ci liberarono da complessi. Vincemmo 2-0 e fu una svolta”.
Il secondo aneddoto è tattico:
“Allegri aveva sempre giocato con la difesa a quattro, ma a Torino non stravolse nulla. Fece i cambiamenti col tempo, dimostrando intelligenza e rispetto per il gruppo”.
Conte e Allegri, due modi diversi di incidere
Dalle parole di Buffon emerge il ritratto di due allenatori molto diversi, ma entrambi capaci di segnare la storia della Juventus e del calcio italiano:
Conte con la sua intensità, disciplina e idee tattiche rivoluzionarie.
Allegri con la sua gestione del gruppo, la serenità nei momenti difficili e la capacità di adattarsi alle esigenze della squadra.
Un doppio racconto che conferma come la grandezza di un allenatore non si misuri solo nei trofei, ma anche nell’impatto che riesce ad avere su campioni abituati a vincere come Buffon.