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CorSport – Il Napoli non esce ridimensionato da San Siro, ma il Milan è da scudetto…

CorSport – Il Napoli non esce ridimensionato da San Siro, ma il Milan è da scudetto…

Il Milan è da scudetto. La notte di San Siro ha certificato la candidatura di Allegri per la lotta tricolore. Il primo posto in classifica raggiunto con quattro vittorie di fila dopo il terribile esordio con la Cremonese è la benzina migliore per alimentare il sogno. Quando batti i campioni d’Italia nello scontro diretto non puoi più nasconderti. Soprattutto se ti riesce tutto alla perfezione, se il tuo piano partita diventa diabolico. Il vantaggio immediato è stato il regalo migliore per Allegri, lo sviluppo è stato quello che preferisce. Blocco basso, nessuno spazio concesso e ripartenze veloci. Quando si mette così, diventa imbattibile. Soprattutto perché in campo ha talenti come Pulisic: qualità, corsa, assist, gol. In questo periodo tutto quello che tocca trasforma in oro. Se poi riesci a resistere l’ultima mezz’ora anche in inferiorità numerica vuol dire che hai lo spessore per affrontare qualsiasi tipo di difficoltà. Senza dimenticare il fattore coppe: giocare una volta a settimana è un vantaggio che Allegri alla lunga potrà sfruttare.

Dovrà trasformare in rabbia la mazzata, invece, Antonio Conte. Due sconfitte in undici giorni (ieri la prima in campionato) non sono facili da digerire. Le attenuanti sono tante, ma il risultato fa male lo stesso. Anche perché consente allo stesso Milan e alla Roma l’aggancio al primo posto in classifica. Di sicuro giocare con una linea difensiva improvvisata (Di Lorenzo e Juan Jesus con gli esordienti Marianucci e Gutierrez) non ha aiutato Conte nella strategia della partita. È bastata un’imprecisione dopo tre minuti per aprire un’autostrada al Milan e cambiare completamente volto alla serata. La facilità con cui Pavlovic si è intrufolato nella difesa azzurra sul raddoppio diventerà una clip che probabilmente Antonio farà rivedere in loop in sala video a Castel Volturno: inaccettabile per chi gioca a questi livelli.

In generale, comunque, il Napoli non esce ridimensionato da questa sconfitta. La reazione al tremendo uno-due del Milan è stata di grande personalità, di carattere, di una squadra che non molla mai. Ha perso la partita, ma non le proprie certezze. Ha chiuso con 19 tiri contro 6 (7 contro 3 nello specchio), torna a casa con l’unico grande rammarico di non aver sfruttato l’uomo in più nell’ultima parte. Conte ha provato a giocarsi tutte le carte offensive nell’assalto finale, ma Elmas, Lang e Neres non sono riusciti a dare seguito al rigore firmato da De Bruyne (una nota stonata le proteste del belga al cambio).

Restano due partite ora a Conte prima della sosta, entrambe al Maradona. Prima lo Sporting mercoledì in Champions e domenica il Genoa. Per riscattare la sconfitta di San Siro, sarà fondamentale avere buone notizie dell’infermeria. Nonostante la rosa sia ampia, è sempre difficile fare a meno di metà difesa: senza Buongiorno, Rrahmani, Olivera e Spinazzola è complicato anche gestire le rotazioni con il triplo impegno settimanale. La pausa poi servirà a tirare il fiato e a recuperare tutti, fra metà ottobre e inizio novembre il Napoli è atteso da un vero e proprio tour de force. Sette partite in 22 giorni con Torino, Psv, Inter, Lecce, Como, Eintracht e Bologna rappresentano un ciclo di fuoco al quale bisogna arrivare nel miglior modo possibile.

Carlo Gioia