La classifica di Serie A si accorpa. Dopo cinque giornate, il tetto massimo di punti raggiunti è 12, occupato da Napoli, Milan e Roma. A ridisegnare il quadro nel palcoscenico italiano contribuisce la caduta di Antonio Conte, che sul difficile campo di San Siro non riesce a strappare neanche un punto a un Milan organizzato e pimpante, e ritrova una sconfitta che gli mancava dallo scorso 23 febbraio, quando, sempre lontani dal proprio stadio, gli azzurri dovettero lasciare 3 punti a Como.
Serie A, una poltrona per tre: il Milan vince e raggiunge Napoli e Roma
Nella prima frazione, con tre tiri in porta, di cui due hanno trafitto Alex Meret, la squadra di Massimiliano Allegri riesce a delineare i propri confini. Il Napoli appare rimaneggiato dalle numerose defezioni difensive, da Rrahmani a Spinazzola, passando per Buongiorno e Olivera. Il gol che porta in vantaggio i rossoneri nasce da un eccesso di convinzione degli azzurri, che sin dal primo minuto cercano di imprimere una scossa diversa alla gara.
Proprio un contropiede, con il Napoli spinto a trazione offensiva, spalanca la strada a Pulisic, che con la sua tecnica supera in due tempi Marianucci, all’esordio dal primo minuto con il Napoli, e allungandosi il pallone apre una prateria per Saelemakers. Il belga, lasciato libero sul secondo palo per l’assenza numerica di un difensore, completa l’azione e ritrova la rete con la maglia del Milan dopo due anni e mezzo. Dopo soli due minuti, gli azzurri si trovano davanti a un grosso problema. Oltre alle incertezze pre-gara, cresce la tensione nelle gambe degli uomini di Conte, assediati dopo il vantaggio rossonero. La reazione del Napoli, però, non tarda. Con caparbietà la squadra continua ciò che aveva impostato fin dai primi minuti, girando palla e cercando Politano, che nel solito duello uno contro uno con Estupinan riesce più volte ad andare sul fondo per crossare. Al decimo minuto trova il debuttante Gutierrez in area, che però non riesce ad angolare la conclusione di testa, lasciando a Maignan un facile intervento. Subito dopo, il portiere francese deve impegnarsi di più sulla conclusione bassa e potente di McTominay. Mentre il Napoli attacca, con la classe di Modric e Pulisic, il Milan trova praterie nella metà campo avversaria, tanto da sfiorare il 2-0 con Fofana, prima che la rete arrivi definitivamente con il dribblomane statunitense. La deviazione di Juan Jesus non lascia scampo a Meret, che incassa il quarto gol in due partite.
La prima frazione prosegue con lo stesso monologo: il Napoli fraseggia sulla destra e cerca il centro dell’area rossonera, sempre sorvegliata da maglie azzurre pronte a creare pericoli. Ed è proprio in questa fase che si scatena la protesta azzurra poco più di mezz’ora dopo l’inizio, quando McTominay viene colpito da Tomori in area. L’azione prosegue senza effetti, così come il check del VAR. Tuttavia, il Corriere dello Sport commenta: “Tomori affronta in maniera scomposta McTominay, che lo anticipa: contatto sulla coscia/anca sinistra del giocatore azzurro, il rossonero non prende mai il pallone. Chiffi decide di non decidere, il VAR avalla la decisione sbagliata. Qui c’era calcio di rigore.” Il primo tempo si chiude con un’ultima occasione azzurra: Politano trova Anguissa, che colpisce malamente il pallone, spedendolo lontano dai pali difesi da Maignan. Nonostante il risultato, il Napoli evidenzia limiti difensivi e alcune pause di concentrazione, già viste nella partita precedente contro il Pisa, mentre l’offensiva resta efficace, seppur poco incisiva.
Il secondo tempo vede gli azzurri rientrare con lo stesso carisma, alla ricerca di un gol che possa riaprire l’incontro. Al 53° si accende una luce: rosso per Estupinan. Dopo l’ennesima parata di Maignan sullo stacco di McTominay, servito dal funambolo azzurro sempre incisivo sulla destra, Di Lorenzo viene fermato dal terzino ecuadoriano, che dopo la revisione del VAR viene espulso. Dopo oltre sei minuti di gioco fermo, dagli 11 metri si presenta De Bruyne, fino a quel momento poco coinvolto. Dal dischetto il belga è implacabile, spiazzando il portiere e segnando il 2-1.
Da quel momento il Napoli fatica a creare occasioni, scontrandosi contro un muro rossonero compatto. I cambi di Conte, che di riflesso punta gli occhi anche sulla sfida di mercoledì, modificano il gioco degli azzurri: escono McTominay e De Bruyne, con il belga visibilmente contrariato, e poco dopo anche Hojlund e Politano, perdendo l’uomo capace di creare superiorità sulla destra. Nonostante l’ingresso di Neres, il Napoli non riesce a imprimere lo stesso impatto, si allarga e prende sempre più campo, chiudendo il Milan negli ultimi 35 metri.
Le ultime occasioni arrivano dalla distanza: Lang prova un destro sporcato che non crea particolari problemi a Maignan, seguito da un diagonale di Neres da circa 20 metri, deviato da Modric e reso ancora più imprevedibile, ma senza fortuna. Nei minuti di recupero, il brasiliano ci riprova con una soluzione simile, ma meno efficace.
La sfida si conclude così, con il Milan che mantiene il vantaggio e il Napoli che non riesce a trovare la via del pareggio. Come sull’Autostrada del Sole, Milano e Napoli si ricompattano passando per Roma, con tutte e tre le squadre ferme a quattro vittorie e una sconfitta nelle prime cinque giornate. La squadra di Allegri supera il primo vero test, dopo le precedenti vittorie consecutive con Lecce, Bologna e Udinese, imponendo la propria autorità e inserendosi in maniera decisa, approfittando dell’unica partita settimanale, nella corsa al tricolore. Da sottolineare anche la partenza convincente degli uomini di Gasperini: a Roma trova subito la giusta alchimia, a differenza dello scorso anno a Bergamo, quando nelle prime cinque giornate aveva raccolto soltanto tre punti. Anche per il Napoli, infine, il bilancio è positivo: rispetto alla passata stagione, Conte mette subito in cascina 12 punti, superando gli 11 raccolti nelle prime cinque giornate dell’anno precedente.
Andrea Alati