Sarà Danny Makkelie a dirigere Napoli-Sporting Clube de Portugal, gara valida per la seconda giornata della fase a gironi di Champions League, in programma mercoledì 1 ottobre alle ore 21:00 allo stadio Diego Armando Maradona.
Napoli-Sporting, arbitra Makkelie: i precedenti e perché il Portogallo non dimentica
L’arbitro olandese sarà affiancato dagli assistenti Hessel Steegstra e Jan De Vries. Quarto uomo Allard Lindhout, mentre al VAR ci sarà il polacco Tomas Kwiatkowski, coadiuvato dall’inglese Michael Salisbury.
Makkelie è uno degli arbitri più esperti del panorama internazionale, con alle spalle designazioni in Europei, Mondiali e finali Uefa, ma il suo nome continua a dividere il calcio portoghese.
Perché lo Sporting protesta
Come riportato dal quotidiano lusitano A Bola, la scelta non è stata accolta con entusiasmo a Lisbona. Makkelie, infatti, ha precedenti poco favorevoli con lo Sporting:
nel 2016 in Champions League, sconfitta 1-0 contro il Borussia Dortmund;
nel 2022, pareggio 1-1 contro il Tottenham a Londra.
Un bilancio che alimenta la diffidenza, soprattutto in vista di un match fondamentale: il Napoli è chiamato a riscattare il ko dell’esordio contro il Manchester City (0-2), mentre i portoghesi non vogliono frenare la propria corsa europea.
Un arbitro scomodo per il calcio portoghese
Makkelie è ricordato in Portogallo per una lunga serie di decisioni controverse:
Benfica-Barcellona 4-5 (2024): fischi contestati sia per un rigore concesso ai blaugrana che per un penalty negato nel recupero ai portoghesi;
Inter-Benfica 0-1 (2024): rigore molto discusso su David Neres, che divise critica e tifosi;
Portogallo-Serbia (2021): il celebre gol fantasma di Cristiano Ronaldo, con il pallone che aveva superato la linea ma non fu convalidato. L’episodio costrinse il Portogallo ai playoff e lo stesso Makkelie fu costretto a scusarsi pubblicamente con Fernando Santos e i suoi giocatori.
Chi è Danny Makkelie
Oltre a essere arbitro internazionale, Makkelie è anche poliziotto nella vita di tutti i giorni. È noto per il suo stile severo e per una gestione disciplinare rigida in campo, qualità che lo hanno reso una figura rispettata dalla Uefa ma al tempo stesso discussa in più di un’occasione.