Il 4-4-1-1 di Conte non convince: i Fab4 faticano a coesistere, McTominay e De Bruyne appaiono spaesati e il Napoli sembra aver perso incisività. Tornare al 4-3-3 potrebbe essere la chiave per rilanciare la squadra.
Esperimento fallito: i Fab4 non funzionano
Il cambio di rotta tattico firmato Antonio Conte, pensato per far convivere McTominay, Lobotka, Anguissa e De Bruyne, non sta dando i frutti sperati. Il 4-4-1-1, varato per garantire equilibrio e inserire contemporaneamente i quattro centrocampisti di maggior spessore, sembra invece aver indebolito l’identità del Napoli e, soprattutto, i suoi uomini chiave.
MCTOMINAY SPAESATO, DE BRUYNE SENZA COSTRUTTO
Il primo a pagarne le conseguenze è Scott McTominay. L’eroe del quarto scudetto, perno instancabile e incursore decisivo, oggi appare spaesato: vaga per il campo senza trovare una posizione che gli consenta di incidere come nelle passate stagioni. Da leader e trascinatore, è diventato un corpo estraneo.
Situazione simile per Kevin De Bruyne. Il belga non ha mai difettato in intensità e qualità: pressing continuo, più che discreta condizione fisica e l’esperienza accumulata negli anni di Premier League sono evidenti. Tuttavia, nel Napoli di Conte fatica a trovare una collocazione precisa. Alterna il ruolo di vertice basso con Lobotka e finisce per girare senza costrutto, senza riuscire a lasciare il segno che ci si aspetta da un campione del suo calibro.
Forse la soluzione va ricercata nella tradizione. Tornare al 4-3-3, modulo che rappresenta ormai un marchio di fabbrica del Napoli, potrebbe restituire equilibrio e incisività. Ripristinare un’ala sinistra di ruolo – che sia Noa Lang o David Neres – significherebbe dare respiro e profondità alla manovra, permettendo a McTominay di riappropriarsi del suo ruolo naturale e ad Højlund di ricevere più supporto offensivo.
Ad oggi, infatti, il giovane centravanti danese si è trovato spesso isolato, costretto a battagliare da solo contro intere difese avversarie senza compagni pronti a servirlo o accompagnarlo in area. Un lusso che il Napoli non può permettersi se vuole restare competitivo.
Conte dovrà riflettere: proseguire su una strada che non convince, o tornare al sistema che ha reso grande questa squadra negli ultimi anni.
a cura di Davide Maria Pellegrino