Tre partite decisive dopo la sosta: Milan, Inter e Bologna possono cambiare il destino del tecnico
Fiorentina, Pioli per ora resta ma la fiducia non è infinita: spuntano i primi nomi per la panchina
Alla Fiorentina la linea ufficiale resta chiara: “Pioli non si tocca”. Ma la realtà dei fatti racconta altro. Con appena tre punti in sei giornate, la squadra è precipitata in piena zona retrocessione, e le prossime settimane potrebbero diventare decisive per il futuro dell’allenatore.
La dirigenza viola — pur ribadendo fiducia al tecnico — sa bene che i risultati dovranno cambiare subito. Dopo la sosta, infatti, il calendario propone un tour de force da brividi:
Milan a San Siro,
Bologna in casa,
e di nuovo Inter a Milano.
Tre partite che rischiano di indirizzare l’intera stagione.
Pioli, una squadra senza identità stabile
Imputare colpe precise a Stefano Pioli non è semplice. L’ex allenatore del Milan si è trovato a gestire un’infermeria piena e diversi giocatori chiave non al meglio, come Albert Gudmundsson, arrivato in estate per dare qualità e imprevedibilità al reparto offensivo.
Il problema principale, però, sembra legato alla mancanza di una struttura tattica definita.
Nel giro di poche settimane, la Fiorentina ha cambiato più volte modulo:
due punte e un trequartista,
due trequartisti e una punta,
centrocampo a cinque,
fino al finale caotico dell’ultima gara contro la Roma con Džeko, Kean e Piccoli contemporaneamente in campo.
Scelte che più che una ricerca tattica consapevole sembrano il frutto dell’emergenza, segno di un gruppo in cerca di equilibrio e certezze.
I possibili sostituti: da Spalletti a Thiago Motta, fino al sogno Mancini
Anche se ufficialmente Pioli non è in discussione, il mercato degli allenatori si è già mosso.
I primi nomi che circolano nelle ultime ore sono di profilo molto diverso tra loro:
Luciano Spalletti, ex commissario tecnico della Nazionale e tecnico del Napoli del terzo scudetto, rappresenterebbe un ritorno di prestigio e di alto profilo, ma appare un’ipotesi difficilmente praticabile.
Thiago Motta, reduce dall’esperienza alla Juventus, è un tecnico giovane, ambizioso e in cerca di riscatto dopo un’annata difficile.
Daniele De Rossi, profilo emergente e già apprezzato per la sua impronta tattica alla Roma, viene visto come possibile guida per un progetto di rinnovamento.
Roberto Mancini, infine, è la suggestione più romantica: l’ex commissario tecnico azzurro iniziò la sua carriera da allenatore proprio a Firenze, quasi 25 anni fa, e un ritorno in viola avrebbe un forte valore simbolico.
Fiorentina, serve una svolta immediata
In attesa di capire come si evolverà la situazione, la Fiorentina è chiamata a una reazione immediata.
La società valuta con attenzione ogni scenario ma non vuole trasmettere panico all’ambiente.
Pioli, dal canto suo, sa di giocarsi molto. Tre partite per invertire la rotta e allontanare i dubbi. Tre partite per dimostrare che la sua Fiorentina può ancora rialzarsi.