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CorSport – Napoli, Conte vuole ritrovare la solidità difensiva: i numeri

MILAN, ITALY - SEPTEMBER 28: Antonio Conte in action during the Serie A match between AC Milan and SSC Napoli at Giuseppe Meazza Stadium on September 28, 2025 in Milan, Italy. (Photo by SSC NAPOLI via Getty Images)

In crescita la fase offensiva, ma in difesa…

Il Napoli è primo in campionato insieme con la Roma, è nel gruppone delle tredici squadre della classifica Champions con 3 punti in compagnia di Barça, Liverpool, Atletico, Chelsea e Atalanta, e soprattutto continua il suo percorso di crescita con una gestione finora molto positiva del doppio impegno: ha sempre vinto dopo le coppe. Da non trascurare un altro punto d’interesse estremo della stagione precedente: tangibile è la crescita in fase realizzativa, in concretezza. Esempio pratico: riferendosi alla Serie A, detiene il secondo attacco con 12 gol fatti, 5 più della Roma stessa e 5 meno dell’Inter, primatista di specialità in classifica. Il Napoli, sul mercato, ha trovato quel che cercava: più reti e maggiore impatto offensivo; e ogni riferimento a Hojlund, De Bruyne e allo stesso Lucca, autore di un colpo fondamentale dalla panchina contro il Pisa, non è assolutamente casuale. Bene. Ma poi c’è un altro aspetto, un altro argomento sollevato da Conte: «Non dobbiamo perdere quella sana paura di subire gol, quella che ti fa correre all’indietro». Una frase che traslitterata suona pressapoco così: bisogna ritrovare quell’attenzione in fase difensiva che una stagione fa ha permesso al Napoli di vincere il campionato nonostante il sesto attacco e di chiudere con la miglior difesa dei cinque tornei top d’Europa. I numeri non tradiscono: 9 reti subite in 8 partite, di cui 6 in 6 giornate di campionato, e settima difesa della Serie A. Ma non tradiscono anche i dati: tra Italia e Champions, Conte non ha mai potuto schierare dall’inizio la linea ritenuta più titolare. Anzi: soltanto una volta, contro il Cagliari, ha avuto la possibilità di contare su quasi tutti gli effettivi del reparto, nove su dieci ad eccezione di Gutierrez; e soltanto per 27 minuti, dopo l’ingresso di Buongiorno, ha potuto esibire il poker ideale con Di Lorenzo, Rrahmani e Spinazzola. Guarda caso, al 95’, fu proprio Buongiorno a invitare Anguissa al gol: 1-0. Fu quello anche l’ultimo clean sheet.

Un anno fa, senza Champions, il Napoli contava già quattro clean sheet nelle prime 6 giornate di campionato, con 4 gol subiti: 3 tutti d’un fiato a Verona, uno contro il Parma su rigore. Stop. Oggi la storia è diversa, nonostante le cinque vittorie e il primato condiviso: 6 reti subite in altrettante partite, però meglio, cioè peggio distribuite; 2 con Milan e Pisa, una con Fiorentina e Genoa. Porta blindata soltanto ad agosto, al Mapei con il Sassuolo in apertura e con il Cagliari al Maradona: saranno 49 giorni sabato a Torino. Contando anche la Champions, e al netto delle incredibili difficoltà create dall’inferiorità numerica contro il City a Etihad, sono 9 i gol incassati dal Napoli in 8 partite: 2 a Manchester, uno in casa con lo Sporting Lisbona. L’alternanza sistematica dei portieri, quattro volte tra i pali ciascuno, non ha inciso minimamente in negativo: bene precisarlo e aggiungere il dato degli xG contro, pari a 6,36. Identità quasi perfetta con i gol. I problemi, oltre a qualche inevitabile defaillance individuale, riguardano più che altro l’interpretazione di squadra della fase di non possesso. Tanti tiri concessi: 63 contro i 52 dell’ Inter, i 58 della Roma, i 57 del Milan; 94 contando la coppa, di cui ben 23 dal City in inferiorità. E ancora: registrati inusuali cali di attenzione nei finali di Firenze, sul 3-0, e contro il Pisa, sul 3-1; e iniziali contro il Genoa e soprattutto il Milan. Con una grande attenuante: a Milano, facendo anche i conti con l’arrivo dello Sporting, Conte fu costretto a varare una linea inedita con Di Lorenzo, Marianucci, Juan Jesus e Gutierrez. Due debuttanti assoluti: Marianucci e Guti. Assenti: Rrahmani, Buongiorno, Olivera, Spinazzola.

San Siro è il manifesto dell’emergenza che il Napoli vive sin dalla prima sosta, quando a uscire dai giochi per un infortunio rimediato con il Kosovo fu Rrahmani. Forse il grande joystick della difesa, il gigante tra i giganti: non gioca dal Cagliari, salterà il Torino e il Psv e ha messo l’Inter nel mirino. Contro il Toro, a casa sua, tornerà però Buongiorno; almeno tra i convocati. E di questi tempi è già qualcosa.

Carlo Gioia