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Serie A, Allegri, la lepre che non si fa mai riprendere: quando guida alla settima giornata, lo scudetto è suo

Sette giornate sono bastate per riportare il Milan in vetta alla Serie A. Dopo tre anni di attesa, i rossoneri tornano a guardare tutti dall’alto, e lo fanno con Massimiliano Allegri al timone, riporta Sportmediaset.

Serie A, Allegri, la lepre che non si fa mai riprendere: quando guida alla settima giornata, lo scudetto è suo

Un dettaglio, apparentemente statistico ma tutt’altro che banale, accende i riflettori sul tecnico toscano: ogni volta che Allegri è stato primo alla settima giornata, ha poi vinto lo scudetto.

Un dato che fa riflettere

Il Milan è davanti, e Allegri mantiene il suo classico profilo basso.
“Avanti con entusiasmo, ma senza esaltarci che è ancora lunga”, ha dichiarato dopo la vittoria in rimonta contro l’Atalanta.
Dietro quelle parole misurate si nasconde una verità che preoccupa chi insegue: la lepre Max, una volta scattata, non si lascia più raggiungere.

I numeri parlano chiaro. Quando le sue squadre hanno chiuso la settima giornata al comando, il tecnico livornese ha sempre festeggiato il tricolore a fine stagione:

2014/15,

2016/17,

2018/19,
tutti e tre i titoli conquistati con la Juventus.
Una coincidenza? Forse. Ma che racconta molto del modo in cui Allegri costruisce le sue vittorie.

La filosofia dell’allegrismo

L’”allegrismo” è una scuola di pensiero calcistico fatta di realismo, equilibrio e concretezza.
Non sempre spettacolare, ma tremendamente efficace.
Le squadre di Allegri non si perdono in orpelli estetici: subiscono poco, sfruttano ogni occasione e gestiscono le partite con una solidità mentale rara nel calcio moderno.

Il tecnico lo ripete spesso: “Lo scudetto lo vince chi subisce meno gol.”
Finora i numeri gli danno ragione: il Milan vanta la seconda miglior difesa del campionato con appena quattro reti incassate, una in più della Roma di Gasperini.

Eppure, la forza dei rossoneri non è solo nei numeri, ma nella capacità di portare a casa i punti “sporchi”:

i tre strappati al Napoli, in dieci uomini per quasi un tempo;

quelli conquistati in rimonta contro l’Atalanta, dopo il gollonzo di Gosens.

Allegri, però, non dimentica i due punti persi all’Allianz contro la Juventus, “colpa” del rigore sbagliato da Pulisic. Un dettaglio che a fine stagione, nel suo modo di pensare, può fare la differenza.

Mentalità e gestione: il segreto della continuità

Ciò che distingue Allegri è la chiarezza mentale.
Per lui, “un punto in più a fine anno vale come un gol decisivo”.
Conta la somma dei dettagli, non la brillantezza del singolo momento.
La distanza non cambia il risultato finale: che sia un punto, un metro o quattro lunghezze, la vittoria resta tale.

Oggi il Milan è davanti, con Inter, Napoli e Roma alle calcagna.
Un vantaggio minimo, ma sufficiente per avviare quella che Allegri ama definire “una lunga fuga da lepre”.

Ha vinto scudetti anche inseguendo — con il Milan nel 2010/11 e con la Juve nel 2015/16 e 2017/18 — ma non ha mai perso quando è stato lui a essere inseguito.

Il messaggio (non detto) al campionato

“Messaggi al campionato?”, gli hanno chiesto.
“Nessuno”, ha risposto Allegri con il suo consueto aplomb.

Eppure, il messaggio è chiaro.
Non serve proclamarlo: quando Max è in testa alla settima giornata, il campionato diventa una caccia a una lepre che, finora, nessuno è mai riuscito a riprendere.