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Spalletti e i capitani: una storia complicata che potrebbe ripetersi a Torino

Insigne Spalletti

Il passato torna a bussare alla porta di Luciano Spalletti, e lo fa nel momento in cui il tecnico toscano si appresta a cominciare la sua avventura alla Juventus. In quasi tutte le sue ultime esperienze, l’ex commissario tecnico della Nazionale ha dovuto gestire situazioni tese con i leader dello spogliatoio.

Spalletti e i capitani: una storia complicata che potrebbe ripetersi a Torino

Da Francesco Totti alla Roma, passando per Mauro Icardi all’Inter e Lorenzo Insigne al Napoli, i contrasti con i capitani sono stati un tema ricorrente nelle sue panchine.

E ora, il rischio è che la storia si ripeta con Manuel Locatelli, attuale capitano bianconero.

Dalla Nazionale alla Juve: un rapporto già incrinato

Il primo segnale di tensione tra Spalletti e Locatelli risale al 2024, quando il tecnico era alla guida della Nazionale italiana. Dopo una lunga serie di convocazioni, il centrocampista del Napoli venne escluso dai 30 pre-convocati per l’Europeo, decisione che suscitò sorpresa e amarezza nel giocatore.

Locatelli non commentò pubblicamente la scelta, ma pubblicò sui social una storia completamente nera, interpretata da molti come un messaggio di delusione per la mancata convocazione.

Spalletti, in conferenza stampa, spiegò così la sua decisione:

“Manuel ha buon piede e qualità difensive eccellenti, ma forse è un po’ troppo conservativo per come sta evolvendo il ruolo. Magari da settembre tornerà con noi, mi scuso con lui per non averlo convocato.”

Da allora, i rapporti tra i due non si sarebbero più ricuciti.

Il peso della fascia: quando il carisma diventa un problema

La gestione dei leader è sempre stata uno dei punti più delicati nella carriera di Spalletti.
Alla Roma, si trovò nel mezzo del caso Totti, con la società che gli chiese di gestire l’addio del capitano, innescando una frattura insanabile con l’ambiente.
All’Inter, fu lo spogliatoio a spingere per la rimozione di Mauro Icardi dalla fascia di capitano, dopo le dichiarazioni pubbliche di Wanda Nara.
A Napoli, il rapporto con Insigne non fu mai conflittuale, ma l’attaccante decise di lasciare la squadra proprio durante la gestione Spalletti, accettando l’offerta del Toronto FC.

In tutte queste esperienze, il filo conduttore è chiaro: la leadership dei capitani e il rigore gestionale di Spalletti finiscono spesso per scontrarsi.

Locatelli, leader silenzioso ma centrale nel progetto Juve

Oggi, Manuel Locatelli è uno degli uomini chiave della Juventus. Per Antonio Conte prima e per la società ora, rappresenta un pilastro tecnico e morale del gruppo.
La fascia di capitano lo ha reso il simbolo della nuova Juve, costruita su valori di equilibrio e identità.

Con l’arrivo di Spalletti, però, si aprirà una nuova fase: il tecnico di Certaldo è noto per la sua disciplina tattica e per la ricerca costante del controllo totale dello spogliatoio. Il suo obiettivo sarà quello di rafforzare l’autorità tecnica senza intaccare gli equilibri interni.

Riusciranno a convivere Spalletti e Locatelli?

Le prossime settimane diranno se Spalletti e Locatelli riusciranno a ripartire su nuove basi, superando le incomprensioni del passato.
La Juventus, reduce da stagioni altalenanti, ha bisogno di stabilità, e un nuovo caso interno sarebbe l’ultima cosa desiderata da società e tifosi.

La sfida per Spalletti, oggi più che mai, non sarà solo tattica ma anche relazionale: riuscire a far convivere disciplina e carisma senza perdere il gruppo, né il suo capitano.