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Napoli, questione stadio, De Laurentiis non arretra: vertice ZES anticipato tra tensioni e giochi politici

Il futuro del nuovo stadio del Napoli resta un tema incandescente. La ZES (Zona Economica Speciale) ha convocato un nuovo vertice per esaminare il progetto del Caramanico, l’area scelta dal presidente Aurelio De Laurentiis per costruire l’impianto che dovrebbe segnare una svolta epocale per il club.

Napoli, questione stadio, De Laurentiis non arretra: vertice ZES anticipato tra tensioni e giochi politici

Tuttavia, la doppia convocazione della Conferenza dei servizi decisoria — prima fissata al 26 novembre e poi anticipata al 18 novembre 2025 — ha innescato una serie di tensioni politiche e istituzionali che rischiano di rallentare nuovamente il percorso.

Il retroscena: l’accordo tra Comune, ZES e De Laurentiis

Secondo quanto riportato da Il Mattino, tra il Comune di Napoli, la presidenza della ZES e De Laurentiis esisteva un tacito accordo: rinviare ogni decisione ufficiale a dopo le elezioni, per evitare che il tema del nuovo stadio diventasse una questione da campagna elettorale.

L’intesa tra il sindaco Gaetano Manfredi, il presidente della ZES Giosy Romano e il patron azzurro mirava a preservare un equilibrio politico.
Un’eventuale approvazione del progetto, infatti, sarebbe stata letta come un successo del governo centrale, mentre un rinvio o un rigetto avrebbe alimentato le polemiche contro il Comune.

Ma la repentina variazione della data — comunicata tramite una PEC di “errata corrige” il 27 ottobre — ha spiazzato Palazzo San Giacomo. L’anticipo di otto giorni rispetto alla data originaria è stato interpretato come un segnale politico, con il rischio di accendere un nuovo scontro in piena campagna elettorale tra Roberto Fico (centrosinistra) ed Edmondo Cirielli (centrodestra).

Dalla sospensione al rilancio del progetto

Il procedimento era stato sospeso dopo che De Laurentiis, lo scorso 29 settembre, aveva presentato le proprie controdeduzioni alle osservazioni del Comune. Questo aveva portato all’annullamento della riunione originariamente prevista per il 18 settembre.
Una nuova data era stata fissata per il 18 ottobre, ma anche quella fu congelata per favorire ulteriori confronti tecnici tra le parti.

Nel frattempo, il dibattito politico si è riacceso quando il sindaco Manfredi ha presentato a Roberto Fico una lista di progetti regionali da finanziare, tra cui spicca la richiesta di 200 milioni di euro per la ristrutturazione dello stadio Maradona di Fuorigrotta.
Fico ha replicato con parole di sostegno:
“Sono un tifoso del Napoli e per il Maradona faremo la nostra parte, anche in vista di EURO 2032.”

Una frase che ha inevitabilmente riacceso il confronto tra chi sostiene la costruzione di un nuovo impianto e chi, invece, preferisce puntare sulla ristrutturazione dello stadio attuale.

Le questioni ancora aperte: mercatali e bonifica

Nonostante la volontà di De Laurentiis di non arretrare, restano due nodi tecnici fondamentali da sciogliere prima dell’approvazione definitiva del progetto Caramanico:

La destinazione dei mercatali che operano nell’area individuata, dove lavorano circa 300 famiglie.

La gestione degli impianti fognari e delle bonifiche ambientali, tema cruciale per la sicurezza e la sostenibilità del sito.

Per questi motivi, il Comune di Napoli dovrebbe formalizzare nelle prossime ore la richiesta di rinvio della Conferenza del 18 novembre, ufficialmente per motivi tecnici ma, nei fatti, anche per motivazioni politiche legate al delicato clima pre-elettorale.

Tra ambizione e diplomazia

Il progetto del nuovo stadio al Caramanico è diventato un banco di prova non solo per il Napoli, ma anche per i rapporti tra istituzioni locali e governo centrale.
Da un lato c’è Aurelio De Laurentiis, determinato a portare avanti un progetto moderno e auto-sostenibile; dall’altro un’amministrazione cittadina cauta, che teme l’impatto politico e sociale dell’iniziativa.

Il prossimo vertice ZES del 18 novembre 2025 sarà dunque un passaggio chiave. Se non arriverà un rinvio, potrebbe essere il momento in cui la partita per il futuro impianto del Napoli entrerà davvero nel vivo.