Home » Fiorentina, il nuovo allenatore Paolo Vanoli si presenta: “Dobbiamo riconquistare la fiducia dei tifosi”
Fiorentina Napoli OF News

Fiorentina, il nuovo allenatore Paolo Vanoli si presenta: “Dobbiamo riconquistare la fiducia dei tifosi”

TURIN, ITALY - AUGUST 11: Paolo Vanoli Head Coach of Torino FC, looks on prior the Coppa Italia match between Torino FC and Cosenza at Olimpico Stadium on August 11, 2024 in Turin, Italy. (Photo by Diego Puletto/Getty Images)

Il nuovo tecnico della Fiorentina, Paolo Vanoli, è stato presentato alle ore 18:00 al Viola Park insieme al nuovo DS Goretti. Queste le prime parole in maglia viola per il tecnico ex Torino dopo il 2-2 contro il Genoa.

Fiorentina, Vanoli: “Il gruppo vuole uscire ed è affamato! Noi dobbiamo solo lavorare”

L’allenatore viola, che ha preso il posto di Stefano Pioli, ha parlato così in conferenza. Ecco le sue parole riportate da Tmw:

Sulla scelta di Firenze

“Voglio iniziare a fare le condoglianze ad Amir perché ha avuto una perdita importante (il padre, ndr). Perché una sfida? Perché so cos’è Firenze e so che la società ha dimostrato di avere una grande crescita. Queste sfide mi motivano, mi danno energia, ma soprattutto non mi fanno paura. So che la strada sarà lunga e difficile ed è per questo che dovremo essere lucidi. Per uscire da questa situazione servirà tempo, sacrificio e lavoro. Lasciamo stare il mercato di gennaio. Ho sentito molte cose sulla preparazione estiva: non mi voglio paragonare a una persona che qua ha fatto cose per il bene della Fiorentina (Pioli, ndr), parlare di questo o del mercato non sarebbe corretto. Pensiamo alla prossima partita, che sarà per noi importante e difficile”.

Sul binomio Campionato-Coppa

“Noi dobbiamo lavorare di partita in partita. Il campionato ha un obiettivo diverso, mentre la Coppa ha un altro obiettivo. Adesso l’errore è pensare a cosa possiamo fare. Noi dobbiamo fare piccoli passi: in campionato pensiamo al campionato, in Coppa alla Coppa. Diamoci piccoli traguardi, altrimenti richiamo di “uscire”. Io ai giocatori ho detto che siamo in fondo alla classifica e che adesso dobbiamo metterci sotto, io in primis. Una prima risposta l’ho avuta a Genoa, ma dobbiamo continuare a giocare. Io sono stato in squadre vincenti e lì c’era l’umiltà del vincente, non la supponenza del vincente. Questo posto, il Viola Park, che a me emoziona, deve diventare un mezzo per arrivare a vincere, per dare tutti qualcosa in più. È inutile guardarci indietro, guardiamo avanti”.

Sugli episodi

È come avere dei figli. Il sociale di oggi è così, la società ne deve essere consapevole e bisogna insegnare come comportarsi. A volte il giocatore sbaglia, sbaglio anche io che non sono capace a usarli i social. Bisogna prenderlo, far sedere il responsabile, capire il perché e fargli capire come ci si comporta. Anche questa è una crescita“.

Sulla difesa

“Se guardiamo i dati bisogna ammettere che dobbiamo lavorare un po’ su tutti. Prima vogliamo ripartire dalle cose più semplici, dalla compattezza. Prendiamo tanti gol da calcio piazzato e in un allenamento ho provato la marcatura a uomo sui corner. Dobbiamo avere più attenzione, si è visto anche sui gol presi a Genoa. Cambio di assetto? L’anno scorso sono partito con delle idee, poi con l’infortunio di Zapata ho capito che dovevo cambiare qualcosa. Oggi però ripartiamo dall’ABC, poi possiamo cambiare e pensare anche a qualcosa di nuovo. A Genoa non siamo stati bravi a chiudere la partita, ma abbiamo capito che il pareggio almeno dovevamo portarlo a casa. Noi dobbiamo provare a vincere, ma non dobbiamo perdere”.

Sulla mentalità

“Dobbiamo insegnare anche come comportarsi. I giocatori sono ragazzini, che ogni tanto sbagliano perché sono dentro ad un ‘Grande Fratello’. Quando ci sono errori dobbiamo semplicemente prendere il giocatore, farlo sedere e dirgli come comportarsi. Anche quella dev’essere una crescita: capire perché un ragazzo fa un determinato errore”.

Sui tifosi

“Non so se è fortuna o sfortuna vivere certe situazioni. Oggi dobbiamo essere noi a riconquistare i nostri tifosi facendogli vedere sul campo sacrificio, voglia e grinta. In queste situazioni dobbiamo prenderci le nostre responsabilità: noi siamo finiti in questa situazione e noi dobbiamo uscirne”.

Su Gudmundsson

“Non devo capire io lui, deve capire lui me… e anche velocemente. Lui come Fagioli sono giocatori importanti perché hanno qualità. Lui ha un vantaggio: a Genova lottava per salvarsi. Lui è un un giocatore importante, su cui puntiamo, ma oggi ognuno deve lottare per i compagni: gli attaccanti devono essere i primi difensori e i difensori i primi attaccanti”.

Sulla lavagnetta

“Io ai ragazzi ho detto ai ragazzi che abbiamo un’opportunità di scrivere una pagina nuova. Nella vita se succedono queste cose qua vuol dire che si è sbagliato, ma il calcio ti da anche modo di rifarti. A Genova il primo tassello c’è da lavorare per metterne altre. A pensare indietro ci uccideremmo da soli. Un messaggio per il futuro? Che domani mattina facciamo forza e domani pomeriggio pedaliamo…”.

Su Kean e Piccoli

“Il nostro parco attaccanti va sfruttato. La società ha lavorato bene e adesso sta a me amalgamare il tutto. Oggi devo capire come mettere in condizioni gli attaccanti di fare gol. Piccoli e Kean hanno caratteristiche simili, ma in prospettiva futura non escludo possano giocare insieme. Adesso non è quella la priorità ma se giocano insieme dovranno essere bravi ad essere l’uno al servizio dell’altro. La maglia della Fiorentina è pesante e tanti ragazzi giovani, che vengono da realtà diverse, devono capire che arrivano in una piazza che vuole vincere e che ha tifosi esigenti”.

Sulla difficoltà dello stadio vuoto

Giocare in uno stadio vuoto è una difficoltà in più?
“Sicuramente, ma è un passaggio che sapevamo e che non deve essere un alibi. I tifosi ci sostengono sempre, anche a Genova lo hanno fatto. Oggi siamo noi a dover dare delle dimostrazioni”.

Raffaele Morra

Se vuoi saperne di più sul Napoli, tieniti aggiornato su https://www.gonfialarete.com