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Juventus, il codice d’abbigliamento non cambia: Spalletti voleva la tuta, ma il club impone l’abito elegante

Secondo quanto riportato da Tuttosport, Luciano Spalletti avrebbe voluto presentarsi in alcune partite con un abbigliamento più sportivo, replicando l’abitudine maturata a Napoli.

Juventus, il codice d’abbigliamento non cambia: Spalletti voleva la tuta, ma il club impone l’abito elegante

Una scelta funzionale al suo modo di vivere la gara, più pratica e coerente con la gestione della squadra sul campo. Tuttavia, alla Juventus il regolamento interno non lascia margini: in panchina si va in abito elegante.

Il precedente: “Per Sarri concessa una sola deroga”

Il quotidiano ricostruisce un unico caso recente in cui il club bianconero allentò la rigidità del dress code. Paolo Pirisi scrive:
“Non sono più ammesse deroghe dopo la gestione Sarri. Al tecnico di Figline Valdarno venne concessa una polo maniche lunghe, una sorta di compromesso. Un indumento casual con una vaga tendenza alla formalità”.

Si trattò di un’eccezione calibrata, nata per adattare il tecnico al contesto senza stravolgere l’immagine istituzionale della società. Per il resto, Sarri indossò l’abito solo nelle occasioni ufficiali: conferenza di presentazione, cene aziendali, eventi natalizi.

Da allora, però, la Juventus ha rafforzato la linea estetica del proprio staff tecnico, considerandola parte integrante del suo codice identitario.

Spalletti allineato alla linea societaria: “Ha accettato serenamente le regole”

Secondo Tuttosport, Spalletti aveva espresso il desiderio di utilizzare la tuta “magari non in tutte le partite, ma come abitudine ricorrente”. Un modo per ricreare quel contatto immediato con la squadra che a Napoli lo aveva accompagnato durante una stagione culminata con lo scudetto.

Nonostante ciò, il club ha ribadito la posizione:
“Alla Juve, da regolamento interno, in panchina si va con l’abito elegante. Giacca e cravatta. Non sono previste modifiche ad hoc”.

Spalletti è consapevole del contesto in cui si inserisce e ha accettato la decisione senza frizioni, pur sapendo che anche la scaramanzia, ai tempi di Napoli, aveva avuto un suo peso nel definire certe scelte di stile. Con i bianconeri, invece, dovrà attenersi allo stesso protocollo rispettato da Tudor, Thiago Motta, Allegri e Pirlo.

Oltre l’abito: “Conta solo il verbo vincere”

Il tema dell’abbigliamento è solo il punto di partenza per un ragionamento più ampio. Spalletti, forte delle sensazioni positive vissute a Napoli, riparte dall’adrenalina di uno scudetto che ha rappresentato un punto di svolta nella sua carriera.

Vincere in tuta o in giacca non cambia la sostanza del suo lavoro. Cambia, invece, la percezione esterna, il modo in cui la Juventus intende presentarsi come istituzione. E Spalletti, entrando in un club con una cultura manageriale così definita, lo sa bene.

L’obiettivo rimane uno solo: vincere. L’abito, in questo caso, è un dettaglio. Una scelta di stile, non una strategia di gioco.