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Galles e Bosnia punzecchiano l’Italia di Gattuso: “Non sono più quelli di una volta”

MILAN, ITALY - NOVEMBER 16: Gennaro Gattuso, Head Coach of Italy, issues instructions during the FIFA World Cup 2026 qualifier match between Italy and Norway at San Siro Stadium on November 16, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

L’Italia di Gennaro Gattuso dovrà innanzitutto superare l’Irlanda del Nord nella semifinale playoff. Soltanto dopo potrà guardare all’ultimo ostacolo verso il Mondiale 2026, da affrontare in trasferta tra Sarajevo e Cardiff.

Galles e Bosnia punzecchiano l’Italia di Gattuso: “Non sono più quelli di una volta”

Ma mentre gli Azzurri si concentrano sulla partita del 26 marzo, in Bosnia e in Galles il confronto decisivo è già al centro del dibattito pubblico, quasi come se il passaggio degli italiani fosse dato per scontato. Un atteggiamento che aggiunge ulteriore pressione su una Nazionale già reduce da anni difficili e sotto osservazione internazionale.

Bosnia, tra prudenza e pungoli: le parole di Dzeko e di Barbarez

In Bosnia la reazione al sorteggio è stata duplice: ufficialmente cauta, ma con messaggi che lasciano intendere grande fiducia.
Il capitano Edin Dzeko, ancora amareggiato per il pareggio con l’Austria che ha impedito la qualificazione diretta, si era espresso pochi giorni prima parlando di “nausea da playoff”, pur assicurando che il gruppo farà tutto il possibile per conquistare un posto in America. Dopo il sorteggio, il centravanti ha pubblicato soltanto una foto motivazionale, senza commenti polemici ma con un chiaro obiettivo: arrivare alla finale e giocarsela davanti al pubblico di Sarajevo.

Molto più diretto il commissario tecnico Sergej Barbarez, che ha sintetizzato le sue aspettative in una frase destinata a far discutere:
“L’unica cosa che volevo era la finale in casa”.
Un desiderio che il tabellone gli concederà, qualora la Bosnia dovesse superare il proprio turno. Anche questo è un segnale: la Bosnia immagina già un duello decisivo senza considerare l’eventualità di un’eliminazione dell’Italia, alimentando una narrativa sottotraccia che da giorni circola nei media balcanici.

Galles, analisi spietata: “Italia in declino, disperata dopo i Mondiali mancati”

Se a Sarajevo prevale la lucidità unita a un pizzico di sicurezza, da Cardiff arrivano le stoccate più dure verso la Nazionale di Gattuso. La BBC ha raccolto diversi pareri di ex calciatori e analisti, e il filo conduttore è sorprendentemente netto: l’Italia viene descritta come una squadra dal prestigio intatto ma nel pieno di una crisi tecnica e psicologica.

Secondo l’emittente britannica, molti osservatori considerano gli Azzurri “una Nazionale che non è più quella del passato”, citando la pesante sconfitta per 4-1 contro la Norvegia a Milano come simbolo del declino recente.
L’ex difensore Danny Gabbidon ha aggiunto:
“L’Italia farà di tutto per non perdere il terzo Mondiale di fila”,
una frase che, se da un lato riconosce la determinazione degli uomini di Gattuso, dall’altro sottolinea la condizione di emergenza permanente che accompagna il gruppo.

Ancora più tranchant l’ex centrocampista Joe Ledley, convinto che il Cardiff City Stadium possa essere un fattore decisivo:
“Giocare la finale in casa sarebbe un vantaggio enorme, che sia contro l’Irlanda del Nord o contro l’Italia. Gli Azzurri non sono più la squadra di una volta. Due partite casalinghe in un playoff così, non possiamo certo lamentarci”.

Infine, la campionessa gallese Nia Jones ha evocato il passato come un monito per gli Italiani:
“L’idea di una sfida Galles-Italia riporta alla mente la notte magica del 2002, con Bellamy decisivo. L’Italia ha già mancato due Mondiali: quella disperazione la rende pericolosa, ma è una squadra che preferirei evitare”.

Una dichiarazione che mette in luce un concetto diffuso nei media britannici: gli Azzurri sono percepiti come vulnerabili ma allo stesso tempo imprevedibili, un’avversaria dalla quale è difficile sentirsi davvero al sicuro.

Un’Italia sotto esame: percezione esterna e realtà interna

L’eco delle dichiarazioni provenienti da Bosnia e Galles offre una fotografia chiara della considerazione internazionale attuale: rispetto, sì, ma anche la sensazione che l’Italia non riesca più a imporsi come potenza europea.
Le frasi su una Nazionale “disperata” o “non più quella di una volta” non sono solo provocazioni: riflettono la difficoltà degli ultimi anni, le qualificazioni mancate, la necessità di ricostruire un’identità tecnica.

Allo stesso tempo, proprio queste critiche potranno trasformarsi in un ulteriore incentivo per la squadra di Gattuso, chiamata a smentire giudizi affrettati e a ribaltare una narrazione che la dipinge come fragile e incostante.

Una certezza c’è: il playoff sarà un esame di credibilità, e non soltanto un ostacolo tecnico. L’Italia deve prima pensare all’Irlanda del Nord, ma il clima internazionale rende evidente che ogni passo falso avrebbe conseguenze profonde, dentro e fuori dal campo.