Dopo 811 giorni di assenza e un percorso irto di ostacoli, Paul Pogba è tornato a disputare una partita ufficiale. Il centrocampista francese è entrato all’85° minuto di Rennes–Monaco, gara conclusa 4-1 per la formazione bretone.
Monaco, Pogba, il ritorno dopo 811 giorni: “Il pubblico in piedi mi ha emozionato”. Una nuova ripartenza per la sua carriera
Numeri e valutazioni tecniche passano però in secondo piano: ciò che conta, per Pogba, è aver rimesso piede in un campo professionistico dopo un lungo limbo sportivo e personale.
Un’accoglienza inattesa: la standing ovation del Roazhon Park
Nonostante il risultato fosse ormai definito, il pubblico del Roazhon Park ha riservato a Pogba un gesto tutt’altro che scontato. Nel momento in cui il centrocampista si è avvicinato alla linea laterale per entrare, lo stadio si è alzato in piedi in un applauso collettivo, un segnale di rispetto per il calciatore e per il suo percorso.
In zona mista, Pogba non ha nascosto l’emozione:
“Mi ha emozionato vedere il pubblico alzarsi e applaudire. Non me lo aspettavo, davvero. Un grande grazie a tutti i tifosi che erano qui oggi e che mi hanno sostenuto. È stato molto toccante”.
Un tributo reso ancora più significativo dal fatto che l’ex Juventus non giocava una gara ufficiale dal 3 settembre 2023.
Una decina di minuti che valgono un nuovo inizio
L’ingresso in campo ha mostrato un Pogba essenziale, impegnato soprattutto a ritrovare sensazioni smarrite dopo due anni di assenza. Una quindicina di passaggi, un errore su una lunga apertura e un gol subito dalla sua squadra, senza responsabilità dirette: dettagli marginali in un contesto che, per il giocatore, rappresenta soltanto un punto di partenza.
Il francese ha spiegato così le sue prime impressioni:
“Le sensazioni erano buone. Volevo portare energia positiva, non subire gol e divertirmi. È passato davvero tanto tempo. Sono sollevato di aver ripreso a giocare a calcio, la cosa che amo di più al mondo. So che c’è ancora molto lavoro da fare per tornare in forma e giocare 90 minuti”.
Due anni complessi: sospensione, dubbi e resilienza
Il ritorno di Pogba assume un valore particolare alla luce delle difficoltà attraversate negli ultimi anni, comprese quelle legate alla sospensione per doping, che lo ha tenuto lontano dai campi per 18 mesi. Le incertezze sul suo futuro professionale, in molti momenti, sono sembrate superiori alle certezze.
Pogba, però, ha descritto così il cammino che lo ha riportato in campo:
“Sono un combattente e il calcio non è finito. Abbiamo lavorato e aspettato più di due anni: oggi ci siamo, grazie a Dio. Con tutto ciò che è successo, sono stato io a soffrire di più. A volte il diavolo prova a parlarti, a dirti che è finita. Ma c’è un buon Dio. Credo in me e nelle mie qualità, e siccome sapevo di non aver fatto nulla di male, ho sempre mantenuto la speranza”.
Una testimonianza potente, che aggiunge peso sportivo ed emotivo al suo rientro.
Mondiale 2026? Pogba mantiene i piedi per terra
Con un ritorno del genere, è inevitabile chiedersi se Pogba possa ambire a rivestire la maglia della Nazionale francese e puntare al Mondiale 2026. Il centrocampista, però, mantiene un approccio pragmatico:
“È lontano, molto lontano. Penso solo a ritrovare la forma e ad aiutare il Monaco. Se non sono in forma, se gioco male, se non rendo qui, la Nazionale bisogna dimenticarla. Per ora penso solo al Monaco”.
Una filosofia passo dopo passo che riflette la consapevolezza del percorso che ancora lo attende.



