Quando Napoli e Qarabag si affronteranno in Champions League, il calcio e la storia accenderanno una connessione destinata a evocare simboli, ricordi e suggestioni.
Napoli-Qarabag, tra leggenda e velocità: dal mito della Testarossa nera di Maradona al circuito di Baku
La data dell’incontro coincide infatti con il quinto anniversario della scomparsa di Diego Armando Maradona, il più grande numero dieci della storia del club e una delle icone più potenti della città.
Una partita che, letta con le lenti della memoria, diventa il punto di incrocio tra due mondi solo apparentemente distanti: la Napoli di Maradona con la sua energia irripetibile e la Baku dei bolidi di Formula 1, fatta di accelerazioni, rettilinei infiniti e limite oltre il limite.
È su questa traiettoria ideale che prende forma un racconto dove asfalto, benzina, mito e contemporaneità tornano a convivere.
La Ferrari Testarossa nera di Maradona: un simbolo unico
Un desiderio nato nel 1987
È il 1987. Napoli ha appena festeggiato il suo primo scudetto grazie al talento e alla personalità debordante di Diego Armando Maradona. Per celebrare lo storico trionfo, il presidente Corrado Ferlaino decide di accontentare un desiderio del fuoriclasse argentino: una Ferrari Testarossa.
Il modello di quegli anni è l’essenza del decennio: linee disegnate da Pininfarina, fari a scomparsa, 12 cilindri piatti e 400 cavalli pronti a spingere la rossa oltre ogni immaginazione. Ma Diego ha una richiesta molto particolare: non la vuole rossa, la vuole nera.
Una deroga speciale da Maranello
All’epoca Enzo Ferrari non ammetteva eccezioni cromatiche: le sue auto dovevano essere rosse. Per Maradona, però, viene fatta un’eccezione. Ferlaino si muove personalmente, contatta Maranello e ottiene una deroga unica.
Nasce così l’unica Testarossa nera realizzata per il Pibe de Oro.
Le leggende che circondano quell’auto sono tante: chi racconta che Diego, salito a bordo, abbia subito notato l’assenza dello stereo e dell’aria condizionata; chi giura che l’auto fu modificata in poche ore per accontentarlo; e immancabili sono i racconti di chi sostiene di averlo visto volare a 300 all’ora sulla tangenziale tra Pozzuoli e Fuorigrotta nelle notti napoletane.
Da Napoli a Baku: velocità senza confini
A migliaia di chilometri da Napoli c’è una città che, come poche altre, vive il suo rapporto con la velocità in modo spettacolare: Baku, sede del Gran Premio di Formula 1 dell’Azerbaigian.
Il circuito cittadino è uno dei più affascinanti e insidiosi del calendario. Ma ciò che lo rende leggendario è il suo rettilineo: 2,2 chilometri spingono le monoposto oltre ogni limite possibile. Qui, nel 2016, Valtteri Bottas raggiunse 378 km/h, la massima velocità mai registrata in un evento ufficiale di Formula 1.
Record, velocità, audacia: elementi che sembrano dialogare con la figura di Maradona e con la sua Ferrari Testarossa nera, simbolo di una personalità capace di superare ogni confine tecnico e umano.
Due mondi che si incontrano nella notte di Champions
Napoli–Qarabag diventa così un’occasione per tracciare un filo narrativo che unisce passato e presente. Da un lato il mito irraggiungibile di Maradona e la sua auto iconica; dall’altro la modernità estrema di Baku e delle sue monoposto che sfiorano i 400 km/h.
Una sfida che profuma di storia e di velocità, di leggende e di battaglie contemporanee. Un modo per ricordare che, ogni volta che il Napoli scende in campo, Diego è ancora lì: nella memoria, nel mito e nelle storie che continuano a correre più veloci del tempo.



