La discussione sulla gestione del VAR in Serie A torna centrale dopo le polemiche seguite alla gara tra Milan e Lazio. L’episodio, che ha coinvolto il VAR Di Paolo e che porterà a provvedimenti ufficiali, rischia di diventare un punto di svolta per l’intero sistema arbitrale italiano.
Serie A, rivoluzione VAR: l’ipotesi è affidarlo solo agli arbitri in attività
Secondo quanto riportato dall’edizione odierna de Il Corriere dello Sport, si fa spazio una nuova linea di pensiero all’interno della Commissione Arbitrale: affidare il VAR esclusivamente agli arbitri di campo, lasciando quindi da parte gli ex direttori di gara oggi impiegati nella sala operativa di Lissone.
Perché si pensa a una riforma del VAR
Negli ultimi mesi, il settore arbitrale è stato travolto da errori ripetuti, decisioni difficili da giustificare e interpretazioni non uniformi. Il quotidiano sottolinea come, tra chi commette sbagli macroscopici e chi inciampa anche nelle valutazioni più elementari, la categoria dei VAR “si stia sgretolando”.
Il VAR, nato come valore aggiunto per aumentare la qualità delle decisioni arbitrali, si sta trasformando in un elemento di confusione. Sempre più spesso le decisioni prese al monitor risultano:
eccessivamente complicate
poco coerenti tra una gara e l’altra
viziate da interpretazioni rigide di un protocollo definito dagli addetti ai lavori come “un labirinto”
Una gestione valutata inadeguata rispetto alle esigenze della Serie A contemporanea.
Il nodo qualità: “Chi era poco dotato in campo, lo è anche davanti allo schermo”
Nel retroscena pubblicato dal quotidiano, emerge una frase che sta circolando tra i dirigenti arbitrali:
“”Chi era poco dotato in campo, continuerà ad esserlo anche davanti a un monitor””.
Una constatazione che mette in luce un punto critico: gli ex arbitri, spesso inseriti nella struttura VAR, non sarebbero in grado di assicurare quella lucidità operativa e quella capacità di lettura dinamica del gioco che invece appartiene maggiormente agli arbitri ancora in attività.
Da qui l’idea: ricollocare gli arbitri attualmente designati per le gare di Serie A, facendoli ruotare anche nella postazione VAR, garantendo decisioni più coerenti e una migliore connessione con il contesto di campo.
“Serve chiarezza e semplicità”: verso un protocollo meno macchinoso
All’interno della Commissione emerge un’altra esigenza forte: semplificare il protocollo.
“”Serve più chiarezza, più semplicità: il protocollo è un labirinto difficile da percorrere”” si legge nel pezzo del Corriere.
Oggi il VAR è diventato un procedimento rigido, che comporta tempi lunghi, interpretazioni discordanti e continue discussioni. La riforma proposta vorrebbe seguire due linee principali:
Riduzione delle casistiche d’intervento per limitare l’overthinking da parte degli operatori VAR.
Rafforzamento del ruolo dell’arbitro di campo, rimettendo al centro la sua capacità decisionale.
Cosa potrebbe accadere ora
L’ipotesi di un VAR gestito solo da arbitri di campo è concreta, ma richiede:
revisione delle designazioni
nuova struttura di rotazione
formazione specifica per gli arbitri in attività
aggiornamento del protocollo tecnico
Possibile che già a inizio 2026 si avvii una fase sperimentale, soprattutto nelle competizioni meno esposte mediaticamente o nelle prime giornate del girone di ritorno.



