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Fiorentina, Vanoli dispiaciuto in conferenza: “Chiediamo scusa ai tifosi! Per il rigore…”

TURIN, ITALY - MAY 02: Paolo Vanoli, Head Coach of Torino, looks on prior to the Serie A match between Torino and Venezia at Stadio Olimpico di Torino on May 02, 2025 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Al termine del match tra Sassuolo e Fiorentina, che ha sancito l’ennesimo passo falso dei viola in questa stagione, il tecnico Paolo Vanoli è intervenuto in conferenza stampa.

Fiorentina, Vanoli: “Chiediamo scusa ai nostri tifosi! Gudmundsson non ha voluto calciare il rigore”

La Fiorentina cade al Mapei contro il Sassuolo per l’ottava volta in questo campionato, dando continuità al periodo no che sta attraversando la società toscana. Di seguito le parole del tecnico Paolo Vanoli, intervenuto in conferenza dopo la sconfitta:

Sul momento no

“Dobbiamo chiedere scusa ai nostri tifosi. Ho detto ai giocatori che non servono giocatori in queste situazioni ma servono uomini, anche se lo dobbiamo diventare perché questa partita è stata un’emblema, basta alibi, ci vuole coraggio. La paura di cosa quando vai in vantaggio 1-0? Più bello di così! Dovrebbe scomparire la paura. Non c’entra il modulo, c’entra il ritrovarsi giocare l’uno per l’altro e non vedo questo da quando sono arrivato. Puoi avere tante idee ma se stoppi una palla e non giochi veloce, adesso sono alibi”.

Sul rigore

“Il rigorista era Gudmundsson ma non l’ha voluto calciare, il secondo era Mandragora, e Kean da attaccante che in questo periodo non fa gol voleva calciarlo ma il problema non è quello, il problema è che dopo 5 minuti trovi il gol e hai la gente che ti spinge. Il problema è che adesso gli alibi sono finiti. Qual è l’alibi adesso? II modulo? Basta, c’è da andare in campo e giocare uno per l’altro, capire che ogni palla in qualsiasi situazione è determinante, sia in attacco che in difesa. Non ho ancora trovato la chiave per entrare nella testa di questi ragazzi”.

Cosa fare per riprendersi

“Cosa fare per salvare la situazione? Non lo deve fare Paolo Vanoli, lo devono fare i giocatori, lo deve fare anche l’uomo. Secondo me ci sono uomini in questa squadra, devono diventare uomini. Ci sono dei momenti in cui ti capitano delle cose e devi crescere, devi crescere in fretta. I veterani oggi devono aiutare i giovani a diventare forti e devono aiutare in campo il giovane a sostenerlo. Questo lo abbiamo fatto ad alti e bassi, alti e bassi, alti e bassi, ora il tempo è finito. Il mio pensiero oggi è trovare delle soluzioni, trovare quei giocatori che possano combattere per questo. Non si può dire “questo è bravo”, “questo bisogna farlo giocare qua”, poi è normale che ci sono giocatori importanti come Gosens fuori ma stasera siamo partiti bene, siamo andati in vantaggio, ma non si possono prendere questi gol assurdi”.

Sugli errori dei singoli

“Se De Gea è un tema da affrontare? Oggi entrare nel singolo non serve a nulla. Oggi non c’è tizio, c’è la Fiorentina. Oggi devo lottare per il mio compagno, io non vedo fare una corsa di sacrificio, di vita o morte all’indietro, come non la vedo fare in avanti, è quello che deve fare una squadra per salvarsi. Lo fanno le grandi squadre. Noi ora dobbiamo salvarci, quando bisogna difendere purtroppo bisogna farlo tutti insieme con il coltello tra i denti, mettere la palla di prima, crossare, poi si sbaglia, ma gli atteggiamenti del giocatore contano”.

Sugli infortunati

“Fazzini non è rientrato, Gosens pensavo di riaverlo, Fortini ha avuto la febbre, non mi posso inventare chissà che cosa, a volte penso che sia giusto continuare a dare delle garanzie ma penso che l’inizio della partita sia stato chiaro, il problema oggi è togliersi questi alibi di paura. Paura di che cosa? Oggi questa è la situazione. La cosa più importante sono le scuse ai nostri tifosi. La seconda essere uomini. Puoi anche cambiare modulo, poi cosa succede se si perde? C’è stata confusione. È un alibi! Cerchiamo di fare all’interno quella cosa che mi ha chiesto il mister, la voglio fare bene, con entusiasmo, con determinazione, poi cambiamo modulo? Ma va benissimo. L’ho dimostrato nella mia carriera, non faccio l’allenatore per fare contenta la gente che dice mettiti a 4, a 3, io devo guardare cosa ho in mano, oggi secondo me quello è un alibi, perché sul calcio d’angolo non è la difesa a 4 o a 3, prendi gol. Non gioco con le palle inattive a 4, a 4 non ci gioco!”

Su Gudmundsson

“Se posso mettere Gud esterno? Sì, lo posso fare. Ieri sera alle 4 di notte sono andato a vedere le partite quando ha giocato esterno destro in nazionale. Sai cosa è successo? Che dopo un tempo l’hanno messo dietro a fare la punta. C’è la Fiorentina, c’è la salvezza, c’è da tirar fuori il coltello, dove gioco gioco”.

Sull’atteggiamento

Quando arrivano dicono “per giocare farei anche il portiere”, e allora fai il portiere. È anche ora di dirsi le cose. L’anno scorso c’era un centrocampista come Bove che poteva fare quel ruolo e lo ha fatto benissimo, c’era Cataldi che veniva da piazze importanti, non è la stessa squadra dell’anno scorso. Io sono contento, questi giocatori qua ce la possono fare, però adesso tolto tutto, finito, non c’è più mezza scusa. I tifosi sono stati tanto bravi con noi, compreso stasera. Ragazzi stasera sembrava di giocare in casa! Io facevo 110 volte la fascia con questa gente, poi ti sostituisco perché non ce la faccio più.
Altrimenti è un problema dell’allenatore, di questo, no, su le maniche perché abbiamo toccato il fondo! Quando sono arrivato si diceva la squadra è forte eccetera, ma ci sono alti e bassi, bisogna crescere tutti. Oggi un campione come Kean deve fare il campione. Un passo indietro e ragazzi, vi aiuto io. Se andiamo a vedere individualmente tutti i problemi devo fare lo psicologo e vado a casa. Ha paura di giocare a pallone? Sì, ci può essere perché quando vinci il morale, ti viene tutto più facile, ora qual è la paura? Devi fare qualcosa per vincere, lo devi fare con raziocinio, con determinazione, lucidità e voglia: queste sono le battaglie. Sono venuto qua, lo so benissimo, ho rinunciato anche a dei soldi per venire qui, ma perché ci credo, perché ci credo, forte. Nessuno mi ha mai regalato niente. Mi prendo le critiche, me le prenderò”.
Raffaele Morra