Il Napoli trasforma la notte del Maradona in una sentenza inappellabile per la Juventus, riconquistando la vetta solitaria della Serie A, in attesa del Milan che giocherà domani a Torino con i granata, e confermando il suo stadio come un fortino inespugnabile nel 2025. Il 2-1 finale, firmato dalla doppietta di un ritrovato Rasmus Højlund, sancisce il sorpasso sull’Inter e lancia un messaggio chiaro al campionato: la squadra di Antonio Conte non è solo solida, è spietata. Per Luciano Spalletti, il ritorno a Fuorigrotta si trasforma in un incubo: accolto dai fischi del suo vecchio pubblico, l’ex tecnico dello Scudetto lascia Napoli con una bocciatura tattica e una classifica che ora piange, con la zona Champions distante quattro lunghezze.
Napoli spietato, la Juve crolla sotto la doppietta di Højlund: Conte torna primo
La partita si decide sulle lavagne tattiche prima ancora che sul campo. Nonostante l’emergenza infortuni colpisca entrambi gli spogliatoi (ben 13 assenti totali), è Conte a vincere il duello della semplicità. Il tecnico salentino piazza Elmas in regia per sostituire Lobotka, mantenendo inalterata l’impalcatura che aveva già espugnato Roma. Spalletti, al contrario, tenta l’azzardo: una Juventus “liquida”, senza centravanti di ruolo e con Cabal confermato a sinistra. Una mossa, definita da Chiellini nel pre-gara come un tentativo di togliere punti di riferimento, che si rivela un boomerang: la Juve perde fisicità e non trova mai la profondità.
L’avvio è un monologo azzurro. La fascia destra del Napoli diventa un’autostrada per David Neres, autentica spina nel fianco per la retroguardia bianconera. Il brasiliano fa ammattire Cabal e Koopmeiners, e al 7′ serve l’assist che sblocca il match e, soprattutto, sblocca Højlund. Il danese, a secco da due mesi, rispolvera l’istinto del killer d’area di rigore anticipando tutti per l’1-0. Mentre il Napoli gestisce i ritmi alternando furiose aggressioni a fasi di attesa, la Juventus appare sterile: un possesso palla lento, orizzontale, che produce un primo tempo con zero tiri nello specchio della porta difesa da Milinkovic-Savic.
Nella ripresa Spalletti prova a correggere il tiro inserendo Jonathan David, ma è un lampo di classe individuale a riaprire momentaneamente i giochi. Al 59′, Kenan Yildiz inventa un diagonale chirurgico che gela il Maradona, sfruttando l’unica sbavatura difensiva di Olivera. Sembra l’inizio di una nuova partita, ma il Napoli di Conte ha una resilienza mentale superiore. La Juventus, fragile sulle palle alte e confusa nelle marcature, capitola nuovamente su un episodio che premia la caparbietà azzurra: un cross di Neres genera il panico, McKennie pasticcia nel tentativo di anticipare Lang e serve involontariamente Højlund. Il danese non perdona e sigla il 2-1 definitivo. Il triplice fischio consegna tre punti d’oro a Conte, che sogna un bis tricolore storico, mentre lascia Spalletti a passeggiare nervosamente davanti alla panchina, consapevole che la sua “nuova” Juve è ancora un cantiere aperto, fragile e incompiuto.
Andrea Alati



