A cinque anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 9 dicembre 2020, il ricordo di Paolo Rossi non solo resiste, ma si amplifica. Non si tratta soltanto di celebrare un fuoriclasse del calcio mondiale, ma di tornare a riflettere sulla figura di un uomo capace di incarnare valori, gentilezza e umanità.
Paolo Rossi, cinque anni dopo: la memoria di “Pablito” che continua a unire l’Italia
Paolo Rossi è rimasto, per il Paese intero, molto più di un campione: è diventato un simbolo condiviso, un patrimonio emotivo collettivo.
Il ricordo che vive oltre il campo
La sua eredità, negli anni, è stata custodita e valorizzata da chi lo ha amato più da vicino. La moglie, Federica Cappelletti, ha spesso accompagnato il dolore con parole che trasformano la perdita in memoria viva, restituendo il ritratto autentico di un uomo che ha lasciato un’impronta ben oltre il rettangolo di gioco.
Nelle sue dichiarazioni, i sentimenti si intrecciano con la volontà di custodire valori e principi che Paolo incarnava naturalmente. In un messaggio denso di affetto e responsabilità, Federica ha detto:
“Tu sei con noi, scolpito nei nostri cuori e nella mente, portando sempre gioia, valori, principi. Spero tu sia orgoglioso di me, di noi”.
Il pensiero si allarga ai figli Alessandro, Maria Vittoria e Sofia Elena, custodi di una continuità affettiva che rende la figura di Paolo sempre presente.
Ospite a Rai2, Federica ha ribadito:
“Paolo non solo è stato il calciatore di tutti, ma è stato uno di noi. La sua più grande eredità è quella morale che ci ha lasciato e che io cerco di onorare ogni giorno”.
E ancora:
“La cosa che più mi manca di lui è la capacità di rialzarsi sempre, di trasformare sempre le cose negative in positive. È il più grande insegnamento che ha dato a me e alle nostre figlie”.



