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Conte, emergenza infinita e rendimento straordinario: il Napoli decimato continua a correre

Il Napoli attraversa la fase più critica della stagione sul piano degli infortuni, eppure continua a vincere. Un paradosso solo apparente, perché dietro la serie di risultati positivi c’è la mano riconoscibile di Antonio Conte, capace di trasformare un organico falcidiato dalle assenze in una squadra ancora competitiva e intensa.

Conte, emergenza infinita e rendimento straordinario: il Napoli decimato continua a correre

Se si sommano i nomi dei centrocampisti attualmente indisponibili il quadro è impressionante: De Bruyne, Anguissa, Lobotka, Gilmour. Quattro interpreti di livello internazionale, capaci di formare una delle mediane più complete d’Europa.

In condizioni normali sarebbe un reparto da altissima classifica: potenza fisica, intelligenza tattica, qualità tecnica, capacità di verticalizzare. Privarsene tutti insieme significa essere costretti a riprogettare il cuore della squadra.

Il Napoli, con questi giocatori, è una cosa; senza, è inevitabilmente un’altra. Eppure Conte ha trovato la strada.

La svolta delle ultime settimane: cinque vittorie che pesano

In piena emergenza, il Napoli ha inanellato una striscia che racconta qualcosa più di mille dichiarazioni:

tre successi consecutivi in campionato, contro Atalanta, Roma e Juventus, tre avversarie di alto profilo;

una vittoria in Champions League;

un passaggio del turno in Coppa Italia deciso ai rigori.

Un rendimento da grande squadra, ottenuto nel momento di massima difficoltà, che rafforza il valore del lavoro dell’allenatore e la profondità della rosa costruita dalla società.

Lobotka ko e l’intuizione su Elmas: il marchio di Conte

La partita contro la Juventus è diventata lo spartiacque emotivo del ciclo vincente. Proprio quando è caduto anche Lobotka, ultimo faro di un centrocampo già ridotto al minimo, Conte ha ridefinito l’assetto.

Ha scelto Elmas accanto a McTominay, in quella che sembrava una soluzione obbligata, ma che ha subito assunto la forma di un’intuizione. Conte lo ha trasformato in una sorta di mediano-regista, capace di dare ritmo e di occupare gli spazi con continuità.

È in queste situazioni che emerge il valore dell’allenatore: leggere i contesti, adattare gli uomini, estrarre il massimo da ogni giocatore. Una costante nella carriera del tecnico salentino.

Le critiche, le lamentele e il risultato: il paradosso di Conte

Nelle ultime settimane Conte non ha nascosto il proprio malcontento, parafrasato e riassunto in questi termini:

“Troppi infortuni, troppe pressioni, perfino troppi acquisti.”

L’allenatore ha saputo alternare richieste, tensioni e ammissioni di difficoltà. Un tratto che a Napoli sintetizzano in una frase nota: “Piangi e vinci”.

L’atteggiamento di Conte non è casuale. È parte del suo metodo: alza l’asticella, chiama la squadra alle responsabilità, si assume la pressione esterna per liberare i calciatori. E i risultati, ancora una volta, confermano la sua efficacia.

Conclusione: un Napoli più forte delle assenze

Nonostante il grattacielo di talento fermo ai box, il Napoli continua la sua corsa. Conte ha trovato soluzioni, ha trasformato interpreti, ha mantenuto la competitività anche in situazioni-limite.

Il ciclo di vittorie ottenuto in piena emergenza rappresenta oggi uno dei segnali più solidi della stagione: al netto delle difficoltà, il Napoli è ancora vivo, competitivo e guidato da un allenatore che ha saputo trasformare la crisi in carburante.

E la sensazione è che, con il ritorno dei titolari, la squadra possa diventare ancora più pericolosa.