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CorSport – Il Napoli contro il Benfica paga l’emergenza

CorSport – Il Napoli contro il Benfica paga l’emergenza

Due fotografie raccontano tutto. Il protagonista è abituato a essere sempre in copertina, ma per altri motivi. Le serata del Napoli la descrivono alla perfezione due immagini di McTominay. Sul primo gol del Benfica salta con timidezza in area, senza alzarsi con la solita veemenza e con il solito strapotere fisico: la palla rimbalza e finisce sui piedi di Rios. Sul raddoppio lo stesso centrocampista colombiano corre verso l’area azzurra con Scott che lo insegue a metri di distanza. Anche stavolta finisce male, con un assist per la magia di Barreiro.

A Lisbona non si è mai visto lo scozzese, non si è mai visto il Napoli. La squadra compatta, energica, veemente che aveva raccolto cinque vittorie consecutive non è mai arrivata in Portogallo. Pile troppo scariche, poca voglia di combattere, poca fame. Una formazione completamente svuotata rispetto a quella vista domenica sera che aveva dominato la Juve. E di fronte un Benfica che invece ha giocato forse la migliore partita della gestione Mourinho. Con una difesa che non ha sbagliato niente, con grandi qualità di palleggio e con tantissimi duelli vinti. I due giorni in più di riposo rispetto all’ultima partita di campionato si sono visti tutti. La differenza enorme, però, l’ha fatta l’emergenza con cui Conte è costretto a fare i conti: sette assenti sono troppi per gestire le partite ogni tre giorni. Pensare di poter giocare sempre allo stesso livello e con la stessa intensità è utopia. Gli impegni ravvicinati si pagano, nel fisico e nella mente. Conte ha anche provato a cambiare più volte carte in tavola durante la partita, ma i problemi di ieri sera non stati tattici. Ha chiuso anche con un insolito 4-4-2 con il tandem Hojlund-Lucca e con Politano e Neres esterni, ma non ha mai trovato varchi nell’attenta difesa dello Special One, sempre aggressiva e puntuale nelle chiusure.

La sconfitta di Lisbona è la terza esterna in Champions ma lascia tutto aperto in classifica. Il Napoli resta in zona playoff, ma sa che da adesso in poi non potrà più sbagliare. L’amarezza portoghese dovrà ora essere archiviata al più presto, fino all’ultimo dell’anno restano almeno altre tre partite. Domenica in campionato a Udine, giovedì 18 la semifinale di Supercoppa con il Milan a Riyad e il 28 di nuovo in serie A in casa della Cremonese. In mezzo potrebbe esserci l’eventuale finale con Inter o Bologna, lunedì 22. Un tour de force che metterà a dura prova la resistenza degli azzurri, debilitati dagli infortuni. La situazione più delicata è a centrocampo, dove sono rimasti praticamente solo Elmas e McTominay. Anguissa, De Bruyne e Gilmour si rivedranno dalla fine di gennaio in poi, Lobotka invece è atteso al rientro in Arabia. Un intervento lampo a inizio 2026 sarebbe il regalo migliore da fare a Conte. Avere subito un centrocampista, magari da tesserare il 2 gennaio, potrebbe consentirgli di avere qualche soluzione in più dalla sfida con la Lazio (il 4 all’Olimpico). A gennaio il Napoli non avrà pause: 8 partite in 24 giorni. Dopo la sfida con Sarri, Conte dovrà vedersela con Verona, Inter, Parma, Sassuolo, Copenaghen, Juve e Chelsea. Un menù niente male, avere un Mainoo nel motore potrebbe aiutare non poco.

Carlo Gioia