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Sion, il presidente: “Gli allenatori sono bravi a vendersi, bisogna fare come i meloni… Perché ho scelto Grosso? Vi spiego il motivo…”

Il presidente della compagine elvetica affida le sue parole al Corriere dello sport: “Ho scelto Fabio Grosso perché ha saputo inventarsi terzino. Uno così di sicuro è un allenatore bravissimo”, ha affermato Christian Constantin, ritenuto uno dei più eccentrici patron di club.

Sion, il presidente: “Gli allenatori sono bravi a vendersi, bisogna fare come i meloni… Perché ho scelto Grosso? Vi spiego il motivo…”

“Eccentrico io? I presidenti sono uno stereotipo. Molti sono anche stipendiati. Io guido il club di una città di 30.000 abitanti che sta dietro la Val d’Aosta. E sono uno di quelli che ancora i soldi li tirano fuori. Se mi comportassi come tutti gli altri scomparirei”. Il proprietario del club svizzero ha cambiato ben 40 allenatori in quasi diciotto anni di gestione. “Perché? Io sono un appassionato. Gli allenatori sono tutti bravi a vendersi. Ma somigliano ai meloni, devi aprirli per capire se sono buoni. Arrivano, ti dicono che con tre o quattro giocatori saranno a posto, a metà stagione tornano e raccontano che con quella rosa non possono mantenere le promesse. Qualcuno si dimette, addirittura. A un certo punto ho deciso di allenare io stesso e ho messo insieme due sconfitte, due pari e sedici vittorie. Ho sempre amato il vostro calcio, un affascinante mélange di scuole. Ne ho avuti tanti di allenatori italiani, a cominciare da Albertino Bigon. Fabio Grosso mi ha colpito sin da quando era calciatore: un numero dieci che capisce di doversi riposizionare terzino se vuole avere un futuro e poi infila quel gol contro la Germania. Sono disposto a scommettere sul futuro di uno così”, ha affermato Constantin che non ha esitato un attimo a tagliare fuori dal progetto Sion chi si era ribellato al taglio degli ingaggi: “Non c’era scelta. Se non l’avessi fatto avrei mandato in difficoltà il club. La perdita dei diritti televisivi è stata un’autentica batosta. Quei pochi avrebbero influito negativamente sugli altri: è bastato rinunciare a otto-nove persone per mantenere la squadra compatta, intorno a una filosofia accettata da tutti”.

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