Una frase del libro del regista Pupi Avati fa nascere una nuvola di caos sui social. Il regista scrive al presidente biancoceleste e al direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, una lettera di scuse. La missiva integrale indirizzata a patron Lotito e indirettamente all’intero popolo della Lazio è riportata di seguito.
La frase incriminata che ha sollevato i malcontenti e che ha avuto bisogno dello stop da parte dello stesso regista bolognese è la seguente: “laziale di me…”. Il Corriere dello Sport riporta la lettera di Pupi Avati.
Lazio, Pupi Avanti chiede scusa a Lotito con una lettera. Il testo integrale
“Illustre e caro Presidente Lotito e caro Direttore Zazzaroni, sul suo giornale leggo con estremo rammarico come due brevi battute tratte dal mio romanzo L’archivio del Diavolo, siano state considerate offensive nei riguardi della tifoseria laziale. Non era certamente nel mio intento ferire nessuno, tantomeno i tifosi di una delle squadre che sia per ragioni familiari (i miei figli tifano Lazio da sempre) che per ragioni affettive (sono amico di Pippo Inzaghi e di conseguenza grande estimatore di Simone da anni) considero una delle autentiche realtà ormai indiscutibili del nostro calcio. Con quello scambio di battute fra i guardiani notturni del Ministero di Grazia e Giustizia (scena tra l’altro ambientata nei remoti anni cinquanta) ho inteso dare verosimiglianza a un’interlocuzione corrente, salace e corrosiva, che tutt’ora si può udire in qualsivoglia contesto della Capitale. Probabilmente ho sbagliato, e me ne scuso davvero con Lei e con tutti i tifosi, nel non aver considerato che con quel paio di brevi battute, avrei urtato la sensibilità dei tanti seguaci della Lazio. In attesa dei nuovi goal del grande Ciro Immobile, vi saluto con amicizia. Pupi Avati”.
Emiliana Gervetti
Se vuoi sapere di più sul Napoli, tieniti sempre aggiornato con www.gonfialarete.com