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Porto, Sergio Conçeiçao: “La Juve può permettersi di lasciar fuori CR7. Ci siamo preparati per qualificarci”

Vigilia di Champions League con Juventus-Porto, valevole come ritorno degli ottavi di finale della coppa dalle grandi orecchie. Queste le parole di Sergio Conçeiçao, tecnico dei portoghesi con dei trascorsi importanti in Italia da calciatore, in conferenza stampa.

Porto, Sergio Conçeiçao: “La Juve può permettersi di lasciar fuori CR7. Ci siamo preparati per qualificarci”

“Affronteremo la Juve con lo stesso spirito con cui abbiamo affrontato la partita passata. Ci siamo preparati per un risultato positivo, che ci porti alla qualificazione. Troppe partite giocate? È vero, abbiamo accumulato tantissime partite. Abbiamo alcuni giocatori che hanno giocato di più e che ho in dubbio al momento per problemi fisici. Ma noi allenatori siamo qui per trovare le soluzioni. Conosciamo la Juventus, io credo che la Juventus abbia potuto recuperare alcuni giocatori importanti come Cuadrado. Faremo il possibile per poter essere degni del nostro simbolo che abbiamo sul petto, che è storia del Porto. Sappiamo che troveremo una squadra che di recente ha giocato finali di Champions, che ha investito molto per poter vincere la competizione. Cercheremo di fare una partita che rifletta il nostro modo di essere squadra e cercheremo di vincere. La mancanza dei tifosi? Noi sentiamo l’energia dei tifosi, la loro passione. Quando vestiamo la maglia, ma anche per strada, quando andiamo al supermercato. Le persone che mi incrociano prima di salutarmi mi dicono: Dobbiamo vincere. Infortunati? Su Corona ho qualche dubbio. C’è Grujic che si è infortunato ed è monitorato. Non posso dire se giocheranno o meno, sono in dubbio. Anche CR7 riposa perché la Juve pensa a noi? Sì, è vero. La forza della Juventus è potersi permettere di lasciar fuori il miglior giocatore ma questa pressione a questo livello i giocatori la conoscono già, sono abituati. La Juve ha dimostrato una forza incredibile, sono abituati ad avere pressione in queste partite. Noi dobbiamo pensare alla nostra squadra ed essere preparati nel modo migliore. L’Italia per me è stato un paese importante per la mia carriera ma finisce qui per me. Potrei parlare della mia prima partita in Italia, in Supercoppa nel 1999 sul campo della Juventus ma non lo farò, preferisco parlare del presente. Pirlo? Ho visto la partita, non mi ha ricordato tantissimo la Juventus in termini di dinamica. Ho visto in campo giocatori diversi e con la capacità di approfittare della profondità. Una Juventus molto competitiva. Per noi, in casa o fuori è uguale, l’abbiamo preparata allo stesso modo. È vero che gli ultimi risultati non sono andati secondo le nostre aspettative ma non è che ci sentiamo meglio a giocare fuoricasa. Io come Mourinho? Cerco di fare il mio lavoro, ho avuto il mio periodo come giocatore e sono allenatore da quasi dieci anni. Quello che ero come giocatore non ha niente a che vedere con la mia attività di allenatore. Quel che sono stato da calciatore ha aiutato nel formarmi come allenatore ma principalmente la mia preparazione. Non mi piace paragonarmi a nessuno, io sono io. Spero di vincere e passare il turno e qualificarmi”.

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