JUVENTUS ARBITRI – “Juventus favorita dagli arbitri anche in questa stagione?”. È questa la domanda che presenta il servizio di Filippo Roma de Le Iene, che ha indagato sugli episodi a favore e contro la squadra bianconera, con un focus sulle giornate che hanno permesso la scalata da metà classifica fino al quarto posto e, dunque, alla zona Champions.
Juventus aiutata dagli arbitri? Il bilancio del servizio de LE IENE, due episodi col Napoli
L’inviato della trasmissione di Mediaset ha intervistato sul tema sia il giornalista tifoso juventino Massimo Giletti, che ha ritenuto la sua squadra penalizzata da alcuni episodi come quello contro il Napoli, sia il giornalista azzurro Raffaele Auriemma, il quale ha dichiarato: “Ci sono stati degli episodi che hanno determinato un punteggio diverso da quello che poteva essere. Juve-Roma? La cosa grave è che nel tunnel Orsato se l’è presa con Cristante dicendo che con il rigore non si dà mai il vantaggio. Basta leggere il regolamento per capire che non è così”.
In effetti su questo punto si è espresso duramente anche l’ex arbitro Graziano Cesari, che ha analizzato uno ad uno tutti gli episodi incriminati: “Su Mkhitaryan erroraccio da matita blu: è un episodio a favore della Juve, Orsato deve concedere il vantaggio. Sul rigore non c’è vantaggio è una balla di Orsato”. In effetti, lo stesso episodio in Milan-Spezia ha visto un trattamento diverso dell’Aia nei confronti del direttore di gara Serra: “Orsato è internazionale e più noto, Serra è meno tutelato, ha più tempo per rientrare”, ha detto Cesari. Tra gli episodi analizzati ci sono anche due contro i partenopei: “E anche in Juve-Napoli, c’è rigore per la Juventus per il braccio largo di Mertens, non dato. Un torto per la Juventus. Ma nella stessa partita c’è un altro errore dell’arbitro, manca un rigore al Napoli per fallo di De Ligt su Di Lorenzo che ha sempre lui il pallone”.
Il bilancio finale degli errori che avrebbero ostacolato o favorito direttamente la Juventus vede 5 favori e 1 favorino e 6 torti: questo il risultato dell’analisi di Graziano Cesari e Filippo Roma.
Serena Grande
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