Home » Juventus, l’ex dirigente Lombardo sul caso plusvalenze: “Documenti che era meglio non uscissero…”
Juventus Napoli OF News Roma

Juventus, l’ex dirigente Lombardo sul caso plusvalenze: “Documenti che era meglio non uscissero…”

Juventus stadium

Spuntano nuove dichiarazioni rese ai Pm nell’ambito dell’indagine sui conti della Juventus. Questa volta riguardano Maurizio Lombardo, per nove anni segretario generale del club bianconero (oggi alla Roma), riportate dal Corriere della Sera in cui parla anche di “side letters”, rapporti con Marotta, Paratici e Cherubini, e dei club “usati come banche”.

Juventus, l’ex dirigente Lombardo sul caso plusvalenze: “Documenti che era meglio non uscissero…”

Accordi e pattuizioni non depositati ufficialmente in Lega, secondo gli investigatori. “Erano tenute in una cartellina di Juventus — spiega Lombardo, come persona informata sui fatti — e ce l’avevo io, sempre con me, in una valigetta. Me le portavo anche a casa, o in vacanza. Poteva capitare che mi chiamassero a ogni ora e volessero sapere che cosa c’era scritto (Paratici chiamava anche di notte). Io sapevo che erano documenti che era meglio non uscissero. Qualcuno mi disse di non tenere queste scritture in ufficio? SSicuramente Marco Re e Cesare Gabasio ( rispettivamente direttore finanziario e attuale capo dell’ufficio legale del club). Potevano generare un impegno a livello di bilancio (riferendosi al Sassuolo). Presumo perché impegnavano la società Juventus o la controparte. Perché non si potevano depositare in Lega? Perché altrimenti non si poteva registrare la plusvalenza”. Infine si passa alle modalità di fare operazioni di calciomercato della società bianconera, cambiate nel corso del tempo. “Mentre con Marotta le trattative erano più semplici e meno complesse, e anche la struttura era meno complessa, chi inizia a creare problemi è Federico Cherubini. Lui era il braccio destro di Paratici e cerca di crearsi uno spazio. Quindi cosa succedeva, loro dicevano: ‘Viene uno a parametro zero, ma diamo un milione a un agente’. Io dicevo no, Marotta si rifiutava di firmare”.