Gazzetta – Mercato Napoli, Nunez o Lucca al centro dell’attacco: le riflessioni di Manna
Testa a testa, ad un’altezza rispettabilissima per entrambi, sapendo che – forse – sarà pure una questione di pounds, dunque di euro, ma mica solo per quello: nell’area di rigore che verrà, cercando i gol che sono mancati (59, il sesto attacco), il Napoli insegue corazzieri che abbiano una loro mobilità, sappiano arricchire l’organico a modo loro e possano contribuire a fare la differenza, innalzando il tasso tecnico di una squadra forte e però da irrobustire sempre.
Lorenzo Lucca si porta, su quei due metri e un centimetro, la consistenza giovanile (25 anni a settembre) di chi sente di avere ancora robusti margini di miglioramento: dopo essersene andato in giro per la gavetta (Vicenza, Palermo e Pisa) ed essersi “istruito” a livello internazionale in una specie di Erasmus con l’Ajax, a Udine ha trovato la naturale dimensione per mostrarsi in tutta la sua fisicità: quest’anno, ne ha segnati 14 in 36 partite, ci ha messo pure la faccia tosta di strappare un rigore ad un compagno autorevole come Thauvin, ha saputo sopportare il “caso” che lui stesso aveva aperto e l’ha chiuso ravvedendosi e poi adesso aspetta, umilmente, che al suo sì dia un seguito il Napoli. Consapevole che nel calcio, come nella vita, bisogna saper entrare in competizione, senza avvertire la puzza sotto al naso, soprattutto se dall’altra parte, che poi sarebbe anche un po’ la sua, ci sia Darwin Nuñez, un anno più anziano (26 anni appena compiuti), un percorso di assoluto livello, tra il Benfica e il Liverpool, quindi un “avversario” rispettabilissimo.
Il fascino esotico del mercato a volte lo fanno i nomi, magari lo status, e Nuñez – con quella sua andatura rassicurante – basta e avanza per sedurre le masse: però il calcio è anche altro, tecnicamente e finanziariamente, e prima di tuffarsi a corpo morto in una trattativa che potrebbe anche non avere prospettive o rischierebbe di allestirle di sviluppi economicamente pericolosi, val la pena di meditare. De Laurentiis, Manna e Conte si sentono ogni giorno, e anche più volte, perché in questi tempi moderni è semplice allestire una call e procedere con ragionamenti che prevedano un’analisi profonda, composta non dagli algoritmi ma dalle tesi che racchiudono le rispettive visioni: e per ora, in quell’area di rigore in cui vanno sistemati muscoli, centimetri e (chiaramente) un potenziale di gol che valgano per lo scudetto da difendere e per la Champions League da affrontare con Coppa Italia e Supercoppa, si procede con il ballottaggio. Per aprire le urna, tempo ce n’è.
Carlo Gioia