Sono passati quasi dieci mesi da quel drammatico 1° dicembre, quando Edoardo Bove si accasciò a terra durante Fiorentina-Inter, spaventando compagni e tifosi. Oggi il centrocampista classe 2002 sta lavorando per tornare in campo, con una determinazione che traspare dalle sue parole al Corriere dello Sport.
Bove: “Lavoro per tornare in campo. In Italia? Non escludo nulla, sto parlando con la Roma”
“Il prossimo passo è il ritorno in campo”
Bove racconta come sta vivendo questi mesi di attesa e controlli medici:
“Non riesco a star fermo, devo muovermi. Gioco a padel, ho una palestra in casa. Il prossimo passo è il ritorno in campo. Bisogna fissare il come, il dove e il quando. Chi lo decide? Edoardo”.
In questi mesi i controlli sono stati numerosi: “Le visite saranno state una decina, molte di semplice controllo: elettrocardiogramma, prove sotto sforzo, holter pressorio, oltre ad accertamenti aritmologici ed elettrofisiologici. I medici giustamente mantengono tutte le cautele. Ci vuole ancora un po’ di tempo, ma sento che si sta chiudendo il cerchio”.
“Sto parlando con la Roma”
Il contratto con i giallorossi lega Bove fino al giugno 2028:
“Stiamo parlando con la Roma. Sono sotto contratto ancora a lungo. Non escludo niente, nemmeno la possibilità di giocare di nuovo in Italia. I medici non hanno ancora tratto una conclusione definitiva, ma potrei anche essere a posto”.
Nonostante l’incertezza normativa – in Italia la legge vieta l’idoneità agonistica a chi ha avuto determinati episodi cardiaci – Bove resta fiducioso:
“Ho piena consapevolezza della situazione. Sto benissimo e ho una grande voglia di tornare alla mia passione. Quando mi sono ritrovato senza certezze, ho attraversato una crisi che definirei d’identità. Ma ringrazio il destino: mi ha fatto capire tante cose. Non ho paura del futuro”.
Eriksen e Mourinho, riferimenti importanti
Bove ha trovato conforto nel dialogo con chi ha vissuto situazioni simili:
“Con Eriksen ci siamo sentiti più volte, nei primi giorni e anche in estate. Non ci conosciamo di persona, ma sento che abbiamo qualcosa in comune. Mi fa piacere che abbia trovato un’altra squadra”.
Poi il pensiero va a José Mourinho, che con lui ebbe un rapporto speciale alla Roma:
“In estate ci siamo sentiti. Per me è un papà calcistico. Si era fatto vivo subito, già a dicembre, e anche mio padre lo adora”.