La ricostruzione pubblicata da la Repubblica getta nuova luce sulla trattativa che, nell’estate del 2020, portò Victor Osimhen dal Lille al Napoli per una cifra complessiva di circa 70 milioni di euro.
Caso Osimhen, le chat interne del Napoli: “Speriamo rifiutino, sennò dovremo darci alle rapine”
Nelle carte acquisite dalla Guardia di Finanza emergono scambi di mail e messaggi che coinvolgono Andrea Chiavelli, Cristiano Giuntoli e Giuseppe Pompilio, allora dirigenti del club partenopeo.
Sebbene Giuntoli e Pompilio non risultino indagati, i loro dialoghi rivelano il clima di tensione e incertezza che accompagnò una delle operazioni più costose della storia del Napoli.
Chiavelli a Giuntoli: “Speriamo rifiutino, sennò dovremo darci alle rapine”
È il 17 luglio 2020. Il campionato è ancora in corso, posticipato a causa della pandemia. Nelle chat interne del Napoli circola la bozza di un contratto da 70 milioni di euro per Osimhen.
L’amministratore delegato Andrea Chiavelli scrive a Giuntoli:
“Speriamo rifiutino… sennò dovremo darci alle rapine.”
Una battuta amara, corredata da emoticon, che lascia intuire le perplessità economiche della dirigenza azzurra sull’operazione. Pochi minuti dopo, Giuntoli risponde:
“Sto fermo, infatti mi ha detto di mandarla sperando che non accettino. Devo parlare con Aurelio. Che terrorista.”
Pompilio: “Non devi scrivere nulla. Tracce nelle mail non se ne lasciano”
Nel prosieguo dello scambio, Giuntoli condivide le proprie preoccupazioni con Giuseppe Pompilio, suo collaboratore. La conversazione assume toni sempre più rivelatori.
Giuntoli scrive:
“Terrorista. Scrivi che siamo stati fortunati che Amrabat e Kumbulla non sono voluti venire. Altrimenti bisognava giocare il campionato con Petagna.”
La replica di Pompilio è immediata e prudente:
“Non devi scrivere nulla. Tracce nelle mail non se ne lasciano. A voce quello che ti pare.”
Uno scambio che, secondo la Guardia di Finanza, dimostrerebbe la consapevolezza dei rischi reputazionali e contabili legati alla trattativa con il Lille.
Un contesto economico complesso: tra limiti di bilancio e mercato in pandemia
Le conversazioni risalenti a quell’estate evidenziano anche le difficoltà finanziarie del Napoli in un periodo segnato dalle restrizioni dovute al Covid-19.
Il club cercava un equilibrio tra la necessità di rinforzarsi e la sostenibilità economica. Le parole di Giuntoli — “Sennò giocavamo con Petagna” — riflettono la mancanza di alternative concrete sul mercato e la tensione interna per una trattativa considerata troppo onerosa.
La posizione della Procura e i rischi giudiziari per De Laurentiis
L’indagine della Procura di Roma prosegue sulla base delle informative della Finanza. Il focus resta sulla valutazione delle contropartite tecniche, ritenute gonfiate, e sulla presunta natura artificiosa del prezzo complessivo.
La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per falso in bilancio per Aurelio De Laurentiis e Andrea Chiavelli.
Giuntoli e Pompilio, oggi rispettivamente direttore sportivo della Juventus e collaboratore, restano estranei all’inchiesta ma al centro del racconto di quei giorni concitati.
Dal Lille al tribunale: un affare che continua a far discutere
L’affare Osimhen si conferma un caso emblematico di come una trattativa sportiva possa trasformarsi in un dossier giudiziario di grande portata.
Le chat e le mail oggi agli atti restituiscono il dietro le quinte di una trattativa opaca, tra battute amare, scetticismo e timori di conseguenze economiche e legali.
Un affare che, a distanza di anni, rischia di segnare un precedente nel rapporto tra finanza e calcio, mostrando quanto sottile possa essere la linea tra strategia di mercato e manipolazione contabile.