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Caso Osimhen, nessun nuovo processo sportivo: per Chinè non emergono fatti nuovi sul Napoli

Photo by FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images

Il Napoli non rischia alcun nuovo processo sportivo per il caso Osimhen. Il procuratore federale Giuseppe Chinè ha infatti deciso di non procedere alla revocazione del processo già concluso nel 2022, ritenendo che non vi siano elementi nuovi tali da giustificare la riapertura dell’inchiesta.

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Caso Osimhen, nessun nuovo processo sportivo: per Chinè non emergono fatti nuovi sul Napoli

Come riportato da La Repubblica, ad aprile la Procura della FIGC aveva ricevuto dalla Procura di Roma la documentazione completa sull’indagine relativa alle presunte plusvalenze fittizie legate al trasferimento di Victor Osimhen dal Lille al Napoli. Dopo un’attenta analisi, Chinè ha stabilito che gli elementi emersi non modificano il quadro già esaminato nei precedenti procedimenti.

Le motivazioni della decisione: nessun “fatto nuovo”

Nel materiale trasmesso erano presenti scambi di e-mail e conversazioni tra dirigenti, ma secondo la Procura Federale non contenevano prove sufficienti per riaprire il caso.
Chinè ha spiegato che non sono stati riscontrati “fatti nuovi la cui conoscenza avrebbe comportato una diversa pronuncia”, come richiesto dal Codice di Giustizia Sportiva per procedere alla revocazione.

L’unico precedente in tal senso resta il caso plusvalenze Juventus, che nel 2022/23 portò alla penalizzazione di 10 punti in classifica.
In quella circostanza, le intercettazioni telefoniche dimostravano l’esistenza di “un sistema preordinato” volto ad alterare le operazioni di mercato.
Nel caso del Napoli, invece, non sono state rinvenute intercettazioni, ma soltanto e-mail con toni cauti e discussioni sulle valutazioni dei giocatori.

Le e-mail tra Napoli e Lille: i passaggi chiave

Tra i documenti figurano alcuni scambi tra i dirigenti del Lille e quelli del Napoli, in cui si discuteva dei valori da attribuire ai giocatori coinvolti nell’operazione.
In una comunicazione, ad esempio, il club francese invitava a non rendere pubblici i dettagli dell’accordo, affermando che “è di estrema importanza che non ci sia nessuna comunicazione sull’affare” perché “ci farebbe sembrare tutti cattivi”.

Inoltre, le valutazioni dei calciatori subirono variazioni significative: Karnezis venne indicato una volta a 20 milioni, poi a 10 e infine a 5 milioni. Tuttavia, secondo Chinè, questi elementi non costituiscono un disegno illecito o un tentativo sistematico di alterazione contabile.

La posizione della difesa del Napoli

I legali del Napoli hanno ribadito la totale correttezza dell’operato della società, sottolineando come le comunicazioni citate debbano essere interpretate nel loro contesto originario.

Secondo la difesa, si tratta di “frasi estrapolate da un contesto dialettico ben più ampio”, che se considerate nella loro interezza mostrano la normale dinamica di una trattativa sportiva.
“Non emergono elementi di illiceità – sostengono i legali – ma solo le fisiologiche discussioni legate alla compravendita di calciatori”, un’attività ordinaria nel calcio professionistico e priva di profili penali.