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Totti non perdona Luciano Spalletti: “Nel 2016 venne alla Roma per farmi smettere”

Il tempo passa, ma Francesco Totti non cambia idea. A distanza di anni dal suo addio al calcio, l’ex capitano della Roma torna a parlare del rapporto mai ricucito con Luciano Spalletti, ex tecnico del Napoli e commissario tecnico della Nazionale, nonostante i sorrisi durante i ritiri a Coverciano un paio di anni fa.

Totti non perdona Luciano Spalletti: “Nel 2016 venne alla Roma per farmi smettere”

Durante una puntata di Prime Sport, Totti ha ripercorso i momenti che segnarono la fine della sua carriera giallorossa, rivelando nuovi retroscena sul difficile rapporto con il tecnico toscano.

Totti: “L’addio alla Roma? Più deluso dal club che da Spalletti”

“Spalletti tornò per farmi smettere”

“Spalletti nel 2016 arrivò alla Roma per farmi smettere, assecondato dalla società. Con lui ogni volta c’erano problemi: era uno Spalletti completamente diverso da quello del 2005”, ha raccontato Totti, che ha poi chiarito le dinamiche interne di quegli anni.

“Lui forse è convinto che io lo abbia fatto allontanare nel 2009, quando arrivò Ranieri, ma non è vero. La società convocò me e altri giocatori per chiedere chi volessimo tra Mancini, Ranieri e altri. Non decisi io nulla”.

Sul proprio ritiro, il “Pupone” ha aggiunto: “Fu la società a dirmi che dovevo smettere. Un giorno vennero a casa mia per comunicarmi che avrei giocato l’ultimo derby. Io non sono stupido: sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il momento, ma mi sentivo ancora bene, di gambe e di testa. Forse, in quell’occasione, mi ha deluso più la Roma che Spalletti. Davo fastidio. Avevo anche detto che avrei giocato gratis: per la Roma avrei dato tutto”.

“Roma o Roma”: le offerte rifiutate e l’amore per i colori giallorossi

Totti ha poi ricordato le tante proposte ricevute negli anni, ma tutte declinate per amore della maglia.
“Oltre al Real Madrid, ho ricevuto una grande offerta dalla MLS americana. E prima della partita d’addio mi chiamò anche Mihajlovic per portarmi al Torino. Ma non avrei mai potuto accettare un’altra maglia.
La mia scelta è sempre stata una sola: Roma o Roma. Sono nato qui e qui voglio morire. Sarà difficile trovare un altro giocatore che farà quello che ho fatto io con la mia gente”.

Il dolore del distacco: “Per tre settimane ho pianto ogni giorno”

Il racconto di Totti si fa poi intimo e malinconico:
“Quando ho smesso di giocare mi sono sentito senza terra sotto i piedi. Per tre settimane ho pianto tutti i giorni. Avevo paura, mi sentivo freddo con tutti. Rileggevo in bagno la lettera di addio e piangevo, pensando a come erano volati quei 25 anni.
Ero convinto che avrei fatto una partita di addio, ma dopo quel giorno all’Olimpico ho capito che non ci sarebbe potuto essere un altro addio alla Roma. È stato come un distacco tra madre e figlio”.

“Lo scudetto del 2001? Vale più del Mondiale”

Totti ha chiuso l’intervista tornando sullo Scudetto del 2001, ancora oggi il punto più alto della sua carriera in giallorosso:
“Non ho vinto uno scudetto: ho vinto lo Scudetto, perché quella maglia è disegnata su di me. Vincere Mondiale e Scudetto sono due sogni di ogni calciatore, ma per me il primo resta quello con la Roma.
Qualcuno dirà che sono pazzo, ma lo metto un gradino sopra. Ranieri è l’unico che può spiegare ai giocatori il valore di questa maglia, anche se da quando è tornato non l’ho ancora sentito.
Quanto a Gasperini, sono sicuro che mi sarei trovato bene con lui. Ora? E chi je la fa…”.