L’episodio che ha acceso il dibattito in Serie A riguarda il vantaggio del Milan sul Pisa, siglato da Rafael Leao dopo appena sette minuti di gioco.
Milan-Pisa, il gol di Leao e il fuorigioco di Pavlovic: ecco perché la rete è stata convalidata
Una rete apparentemente regolare, ma che ha richiesto una lunga revisione del VAR per valutare la posizione di Strahinja Pavlovic, considerato inizialmente in fuorigioco.
Alla fine, la marcatura è stata confermata: ma perché il gol è stato convalidato nonostante il difensore rossonero si trovasse oltre la linea dei difensori avversari?
La dinamica del gol: il movimento di Pavlovic e il check del VAR
Al 7’, Leao riceve palla da Ricci sulla fascia sinistra, punta Bonfanti, si accentra e lascia partire un destro preciso a giro dal limite dell’area. Il portiere del Pisa, Adrian Semper, si tuffa ma non può evitare il gol.
Tuttavia, il gioco si ferma: il VAR interviene per analizzare la posizione di Pavlovic, che al momento del tiro si trovava in posizione irregolare di circa mezzo metro, scattando in direzione del portiere.
L’arbitro Zufferli, dopo il controllo con la sala VAR, conferma la decisione iniziale: rete valida.
Un episodio che rientra a pieno titolo nel dibattito sulle nuove interpretazioni del fuorigioco passivo.
La spiegazione tecnica: il portiere non viene “influenzato”
La decisione trova fondamento nelle nuove linee guida dell’AIA e dell’IFAB 2025, secondo cui un giocatore in posizione di fuorigioco non deve essere sanzionato se non interferisce chiaramente con la possibilità dell’avversario di giocare il pallone o non ostruisce in modo evidente la linea di visione del portiere.
Nel caso di San Siro, Pavlovic si trovava sì oltre la linea difensiva, ma:
non ha toccato il pallone,
non ha ostacolato fisicamente Semper,
e soprattutto non ha coperto la traiettoria del tiro di Leao, partito da fuori area e diretto all’angolo alto.
Il difensore serbo è transitato davanti al portiere solo a tiro già indirizzato verso la porta, elemento considerato non determinante per la giocata.
Cosa dice il regolamento AIA 2025
Il regolamento ufficiale recita:
“Un calciatore in posizione di fuorigioco è punibile se interferisce con il gioco o con un avversario, ostruendone chiaramente la linea di visione o impedendogli di giocare il pallone.”
Nel caso di Milan-Pisa, la valutazione arbitrale è stata che Pavlovic non abbia impedito al portiere di “giocare” la palla, poiché la conclusione era già diretta e visibile.
Di conseguenza, la posizione è stata giudicata non punibile.
I precedenti in Serie A: un trend ormai consolidato
Episodi simili si sono già visti in questo inizio di stagione:
In Parma-Atalanta, il gol di Pasalic è stato convalidato nonostante un compagno in offside davanti al portiere.
In Inter-Cremonese, rete regolare di Dimarco in circostanze analoghe.
Segnali chiari di come le nuove direttive stiano modificando l’applicazione pratica della regola, privilegiando l’intenzione di gioco rispetto alla mera posizione.
Un confine sempre più sottile
Il caso di Pavlovic riaccende però la discussione: dove finisce l’“influenza” e dove inizia la “non interferenza”?
Le nuove interpretazioni, nate per rendere più fluido il gioco, rischiano di creare una zona grigia dove il giudizio dell’arbitro e del VAR diventa decisivo — e soggettivo.
Come dimostrano le parole di diversi allenatori, tra cui Alberto Gilardino, molti club stanno già studiando schemi offensivi mirati a sfruttare questo spazio interpretativo.


