Nella sfida del Maradona l’arbitro ha sbagliato, l’assistente di più: questa la conclusione dell’Aia. Intanto nel prossimo turno di campionato potrebbero esserci il ritorno di Abisso e Marinelli
Napoli-Inter, Mariani e il vizio dei “rigorini”: da Dumfries a Di Lorenzo, la storia si ripete
Il rigore concesso al Napoli da Maurizio Mariani contro l’Inter riaccende le polemiche. Un déjà-vu amaro per i tifosi nerazzurri e un nuovo caso che solleva dubbi sulla coerenza arbitrale. Il fischietto romano era già finito nel mirino nel 2024, in un episodio simile con protagonisti Dumfries e Anguissa.
Il rigore delle polemiche: Mariani ancora sotto accusa
Non si placano le discussioni attorno alla direzione di gara di Maurizio Mariani in Napoli–Inter, match deciso anche dal rigore assegnato agli azzurri per un presunto contatto tra Mkhitaryan e Di Lorenzo.
L’episodio è diventato virale non solo per la lieve entità del fallo, ma soprattutto per la tempistica anomala: il penalty è stato fischiato otto secondi dopo l’azione, su segnalazione del guardalinee, distante circa 30 metri dal punto del contatto.
Il VAR, come già accaduto in passato, non è intervenuto, lasciando all’arbitro la piena discrezionalità. Una scelta che ha riaperto il dibattito sulla gestione dei “rigorini” e sull’uniformità dei criteri in Serie A.
Il precedente del 2024: rigore ad Anguissa su Dumfries
Non è la prima volta che Mariani si trova al centro delle polemiche in una sfida tra Inter e Napoli.
Il 10 novembre 2024, a San Siro, il direttore di gara concesse un rigore all’Inter per un leggerissimo contatto tra Anguissa e Dumfries, poi fallito da Calhanoglu.
Anche in quell’occasione, il VAR non intervenne, lasciando correre la decisione del campo.
La reazione di Antonio Conte fu furibonda:
“Se c’è un errore, il VAR deve intervenire, punto e basta. È uno strumento che serve a correggere le sviste, non a scegliere quando conviene. Questa cosa mi fa incazzare: così non mi sento più sicuro”,
disse il tecnico nel post gara, visibilmente irritato.
Le parole dell’AIA e la direttiva di Rocchi: “Basta rigorini”
Dopo quell’episodio, anche l’AIA e il Settore Tecnico Arbitrale, guidato da Antonio Damato, espressero qualche perplessità:
“Sicuramente è un fallo leggero, un po’ sotto lo standard di quelli che vorremmo vedere concessi, però non è inventato. Il direttore di gara ha visto con chiarezza la dinamica.”
Poche settimane più tardi, il designatore Gianluca Rocchi intervenne con una direttiva precisa:
“È chiaro che sono quei rigori che noi stiamo cercando di combattere. L’importante è dare un rigore quando c’è qualcosa di importante, perché può decidere il risultato. Quando la pancia vi dice rigore, nel 98% dei casi è rigore.”
Un messaggio diretto agli arbitri per scoraggiare l’assegnazione dei cosiddetti “rigorini”, rigori di lieve entità che rischiano di alterare l’esito di partite di alto livello.
Mariani, destino in bilico: attesa per la decisione del designatore
Nonostante le polemiche del 2024, Mariani evitò il declassamento in Serie B e venne successivamente impiegato come VAR e AVAR in due gare di Serie A.
Ora, però, la nuova controversia in Napoli–Inter rischia di rimettere in discussione la sua posizione.
Nei prossimi giorni, con il turno infrasettimanale alle porte, Rocchi dovrà valutare se confermare la fiducia al fischietto romano o se optare per una sospensione temporanea, come già accaduto in passato a direttori di gara protagonisti di errori tecnici evidenti.
L’AIA non si è ancora espressa ufficialmente, ma le pressioni mediatiche e l’indignazione di club e tifosi rendono difficile un silenzio prolungato.
Un altro caso “Mariani” che rischia di diventare un simbolo delle contraddizioni del VAR e della gestione arbitrale moderna.


