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Serie C, Reggio Calabria: arbitro corrotto favoriva le scommesse, 5 arresti

Un arbitro della sezione di Reggio Calabria, Luigi Catanoso, è stato arrestato insieme ad altri quattro complici nell’ambito dell’operazione “Penalty”, coordinata dalla Procura di Reggio Calabria per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva.

Serie C, Reggio Calabria: arbitro corrotto favoriva le scommesse, 5 arresti

Secondo le indagini, Catanoso avrebbe corrotto altri arbitri offrendo compensi fino a 10 mila euro, con l’obiettivo di condizionare le partite affinché si verificasse un certo numero di gol e favorire così le giocate sull’Over. Il sistema coinvolgeva gare dei campionati Primavera, Primavera 2 e Serie C, ma gli inquirenti sostengono che l’organizzazione stesse pianificando di estendere il raggiro anche ai campionati professionistici.

Il meccanismo della frode e le scommesse anomale

L’indagine è partita da un flusso sospetto di scommesse rilevato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli su una partita del campionato Primavera, che ha subito attirato l’attenzione degli investigatori.

“Si trattava di scommesse effettuate prevalentemente in comuni calabresi come Condofuri, Melito Porto Salvo, Palizzi Marina e Reggio Calabria”, ha spiegato il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Borrelli. Tra le giocate monitorate, 219 su 288 puntate riguardavano la vittoria del Benevento in un match contro il Cesena.

Il meccanismo era semplice: gli arbitri corrotti concedevano rigori, espulsioni o favorivano squadre con quote più vantaggiose, permettendo agli altri complici di ottenere ritorni economici significativi anche tramite piattaforme di scommesse estere non autorizzate.

Coinvolgimento di imprenditori e sospensione dell’arbitro

Due imprenditori toscani, padre e figlio, titolari di un’agenzia di scommesse a Sesto Fiorentino, sono stati già arrestati per aver finanziato il sistema criminoso. Catanoso, nonostante fosse sospeso dalla giustizia sportiva, era riuscito a continuare a influenzare le partite attraverso altri arbitri.

Il procuratore Borrelli ha precisato:
“Dalle attività svolte non è emerso il diretto coinvolgimento di calciatori, ma si tratta di un’associazione promossa da un arbitro che aveva nel programma criminoso l’obiettivo di alterare i risultati di alcune partite dei settori giovanili, con l’intenzione di estendere gli interessi anche ai campionati professionistici.”