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Bove, in Senato: nasce la “Legge Bove” per rendere obbligatoria la formazione al primo soccorso

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A quasi un anno dal grave malore accusato durante Fiorentina–Inter, Edoardo Bove torna a far parlare di sé, ma questa volta fuori dal campo. Il centrocampista, oggi testimonial di una significativa iniziativa parlamentare, sarà protagonista al Senato della Repubblica per la presentazione della “Legge Bove”, un disegno di legge volto a rafforzare la cultura del primo soccorso in Italia.

Bove, in Senato: nasce la “Legge Bove” per rendere obbligatoria la formazione al primo soccorso

L’evento si terrà lunedì 17 novembre alle ore 17.30 a Palazzo Madama, durante una conferenza stampa ufficiale. Il progetto è promosso dal senatore Marco Lombardo, con la co-firma di Carlo Calenda, e vede la partecipazione di rappresentanti istituzionali di primo piano come Andrea Abodi (ministro per lo Sport), Licia Ronzulli (vicepresidente del Senato) e Simona Malpezzi (senatrice e già capogruppo del PD).

Accanto a loro saranno presenti esperti del settore del primo soccorso, tra cui Mirko Damasco (Salvagente Italia) e Andrea Scapigliati (Italian Resuscitation Council), realtà che da anni si impegnano nella formazione e diffusione dei defibrillatori in ambito pubblico e sportivo.

Cosa prevede la “Legge Bove”

Il cuore del disegno di legge è la diffusione capillare della formazione al primo soccorso e la semplificazione delle procedure di intervento in caso di emergenze sanitarie.
L’obiettivo è chiaro: trasformare la conoscenza delle manovre salvavita in una competenza comune, accessibile a tutti e integrata nella vita quotidiana dei luoghi pubblici e privati.

Tra le principali misure previste:

Formazione obbligatoria di base per dirigenti, docenti, allenatori e responsabili aziendali;

Installazione diffusa di defibrillatori automatici (DAE) in scuole, aziende e impianti sportivi;

Snellimento delle procedure di accesso ai corsi di primo soccorso, anche attraverso piattaforme online certificate;

Campagne di sensibilizzazione nazionali, in collaborazione con istituzioni sportive e associazioni del terzo settore.

La finalità è creare una rete di cittadini formati e pronti a intervenire nei primi minuti cruciali dopo un arresto cardiaco o un trauma improvviso — momenti in cui la prontezza d’intervento può fare la differenza tra la vita e la morte.

Dallo shock alla rinascita civica

Il caso di Edoardo Bove, che nel novembre 2024 fu colpito da un improvviso malore in campo, ha rappresentato uno spartiacque nella sensibilità verso il tema della sicurezza sanitaria nello sport.
La tempestività dei soccorsi e la presenza di un defibrillatore in campo permisero di salvargli la vita. Da allora, il calciatore si è fatto promotore di una battaglia di civiltà: quella di rendere il primo soccorso una conoscenza diffusa e obbligatoria, non solo tra i professionisti dello sport ma anche nella società civile.

Come ha dichiarato lo stesso Bove in più occasioni:
“Quel giorno ho capito quanto contano i secondi. Oggi voglio che nessuno si trovi impreparato di fronte a un’emergenza.”

Un passo avanti per la sicurezza collettiva

La “Legge Bove” rappresenta un passo significativo nella costruzione di un sistema nazionale di prevenzione e risposta immediata alle emergenze mediche.
Se approvata, potrebbe cambiare radicalmente l’approccio culturale dell’Italia alla gestione delle urgenze, allineandola ai modelli più avanzati d’Europa, dove la formazione al primo soccorso è parte integrante dell’istruzione e della vita professionale.