La Premier League vira decisa verso una nuova era. Dopo settimane di trattative, pressioni e alleanze sotterranee, i venti club si sono ritrovati oggi a Londra per votare la riforma che ridisegna l’intero quadro del fair play finanziario. La proposta è passata per il rotto della cuffia: 14 voti favorevoli, 6 contrari, il minimo indispensabile per cambiare le regole.
Premier, via libera a Londra: tetto all’85%, multe e punti tolti per chi sfora
Il cuore del nuovo sistema è semplice solo in apparenza: stipendi, commissioni, trasferimenti e compensi agli agenti non potranno superare l’85% dei ricavi annuali del club. Una cintura di sicurezza severissima, pensata per frenare la corsa ai costi che negli ultimi anni aveva fatto saltare il banco a più di una società. Come riporta l’ANSA, per i club impegnati nelle coppe europee resterà in vigore il più rigido limite UEFA del 70%, ma nessuna esenzione in Premier. Accordo totale, invece, sulle nuove norme di sostenibilità pluriennale: un pacchetto di controlli e verifiche pensato per monitorare lo stato di salute finanziaria delle società lungo più stagioni, non solo nell’immediato.
Il capitolo sanzioni è quello che ha acceso il dibattito: superare l’85% farà scattare multe automatiche, mentre chi sforerà anche la cosiddetta “soglia rossa” — 85% più un margine del 30% — andrà incontro a penalizzazioni in classifica, con una detrazione di sei punti come punto di partenza. Il margine extra servirà ai club per investire in anticipo sui ricavi futuri, ma sarà ridotto anno dopo anno fino a sparire quasi del tutto. Nonostante la fronda delle società contrarie, convinte che il nuovo modello soffocherà gli investimenti e aumenterà il divario fra grandi e piccole, la Premier tira dritto: secondo la Lega, il sistema renderà il campionato più competitivo, più trasparente e più in linea con i criteri europei.
Andrea Alati



