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Scudetto con troppe sconfitte? Roma, Napoli e Inter riscrivono le regole: cosa dicono 30 anni di Serie A

Antonio Conte, coach of S.S.C. Napoli, participates in the 12th day of the Serie A Championship between S.S.C. Napoli and Atalanta B.C. at the Diego Armando Maradona Stadium in Naples, Italy, on November 22, 2025. (Photo by Domenico Cippitelli/NurPhoto via Getty Images)

Dopo dodici giornate, la Serie A 2025-26 propone un quadro inedito e sorprendente: tra le prime quattro della classifica tre squadre – Roma, Napoli e Inter – hanno già accumulato un numero di sconfitte decisamente superiore a quello solitamente compatibile con una corsa Scudetto.

Scudetto con troppe sconfitte? Roma, Napoli e Inter riscrivono le regole: cosa dicono 30 anni di Serie A

È un segnale rivelatore, che suggerisce un campionato più incerto, meno dominato dalle grandi e potenzialmente aperto a esiti inattesi.

La Roma guida il gruppo con tre ko, lo stesso bottino negativo del Napoli; l’Inter ne conta addirittura quattro, pur restando pienamente in corsa. Solo il Milan presenta un ruolino più “da big”, con una sola sconfitta. A questo punto della stagione, però, la domanda nasce spontanea: si può realmente vincere il campionato con così tanti inciampi nelle prime dodici giornate?

Cosa dice la storia della Serie A a tre punti

Il dato storico è netto e rappresenta un vero spartiacque. Dal 1994-95, anno in cui la Serie A ha introdotto la vittoria da tre punti, soltanto due squadre hanno conquistato il titolo con sette sconfitte:

la Juventus 1994-95, in un campionato di transizione;

la Juventus 2019-20, stagione pesantemente condizionata dall’emergenza Covid.

Al di fuori di questi due casi estremi nessuna squadra è riuscita a laurearsi campione superando quota cinque sconfitte. È dunque evidente che Roma, Napoli e Inter si muovono già adesso sul filo di una soglia storicamente critica.

Un campionato livellato verso il basso

Il numero di ko tra le prime della classe racconta un fenomeno evidente: non c’è una squadra dominante. Le big sono meno continue, meno solide e meno capaci di imporre serie di vittorie lunghe come avveniva fino a qualche stagione fa. La competitività del campionato è aumentata, ma più per demeriti collettivi che per crescita generale.

La Roma resta davanti nonostante passi falsi marcati. Il Napoli alterna prestazioni di grande livello a blackout inattesi. L’Inter, considerata la rosa più forte, ha pagato carissimo gli scontri diretti. Tutti segnali di un equilibrio fragile che rende ogni giornata potenzialmente decisiva.

Le possibili outsider

Con le big in affanno, si aprono spazi che negli ultimi anni erano rimasti praticamente chiusi:

il Milan di Allegri, con una sola sconfitta, appare oggi la candidata più solida in termini di continuità;

il Bologna di Italiano, con soli due ko, è una realtà ormai stabilizzata nelle zone alte;

il Como di Fabregas, pur con una partita in meno, ha perso una sola volta;

persino la Juventus, pur in difficoltà tecnica, resta sorprendentemente viva con appena due battute d’arresto.

La classifica corta e il rendimento altalenante delle corazzate ridisegnano la geografia del campionato. Il margine per una vera sorpresa, oggi, è superiore rispetto a qualsiasi stagione recente.

Si può vincere con così tante sconfitte?

La risposta arriverà dai prossimi mesi, ma i numeri suggeriscono una verità chiara: per Roma, Napoli e Inter sarà necessario correggere la rotta se vorranno restare davvero agganciate alla lotta Scudetto. Superare quota cinque ko significa entrare in un territorio raramente compatibile con il titolo.

Molto dipenderà dalla capacità di dare continuità nei prossimi due terzi della stagione. In un campionato senza padroni, la regolarità diventa un fattore decisivo quanto — se non più — dei valori tecnici. Chi riuscirà a evitare i crolli improvvisi potrà candidarsi al ruolo di favorita.

Un campionato meno dominante ma più affascinante

La Serie A 2025-26 si sta configurando come una stagione imprevedibile e potenzialmente rivoluzionaria. Un torneo “meno forte” nell’accezione tradizionale, ma più ricco di opportunità. Le big non dettano più la legge del più forte. Le avversarie non vengono più travolte dalla differenza di qualità.

Un contesto così aperto potrebbe consegnare un campionato pieno di colpi di scena, dove i margini per sorprendere non sono mai stati così ampi. Se la tendenza attuale dovesse confermarsi, ci aspetta una corsa al titolo capace di sovvertire la logica e i numeri degli ultimi trent’anni di Serie A.