Il calcio insegna che il successo non arriva mai per caso. Bologna e Como lo dimostrano quest’anno: due squadre che stanno sorprendendo il campionato grazie a un mix di organizzazione tattica, idee chiare e gestione oculata delle rose.
Bologna e Como, l’anno d’oro: gioco spettacolare e posizioni di vertice in classifica
La classifica lo conferma: i rossoblù di Italiano sono a soli tre punti dalla vetta, mentre i lombardi di Fabregas inseguono a sei, davanti a squadre storicamente più blasonate come la Juventus.
Le rose e la strategia dei due allenatori
Parlare di “sorpresa” rischia di essere riduttivo. Bologna ed Europa League lo scorso anno, Como e una proprietà solida in grado di gestire un club da Premier League: le basi erano già solide, ma l’eccellenza nasce dai dettagli.
Il Bologna di Italiano può contare su una profondità notevole, soprattutto nel quartetto offensivo. Sulle fasce trovano spazio giocatori come Orsolini, Bernardeschi, Cambiaghi e Rowe (attualmente infortunati) e Dominguez; sulla trequarti Odgaard, Sulemana e Fabbian; in avanti Castro, Dallinga e il rientrante Immobile. Il Como di Fabregas, pur con qualche assenza, alterna Addai, Diao, Kuhn e Rodriguez sulle corsie esterne, con Nico Paz, Baturina e Caqueret sulla trequarti e Morata e Douvikas in attacco.
Il modulo scelto da entrambi gli allenatori, il 4-2-3-1, permette di sfruttare al meglio l’abbondanza offensiva, puntando su flessibilità e imprevedibilità.
L’identità di gioco: pressing, verticalità e costruzione
Il Bologna predilige la pressione individuale in zone alte del campo, con l’obiettivo di attaccare subito in verticale e riempire l’area con gli inserimenti dei centrocampisti. Non sorprende che siano già undici i marcatori rossoblù in campionato, con episodi come la doppietta di Pobega a Udine a confermare l’efficacia del sistema di Italiano.
Il Como, invece, punta su un gioco più raffinato. Fabregas lavora sulle rotazioni in fase di costruzione, crea spazi avvicinando i centrocampisti per aprire la metà campo e favorire passaggi in profondità. Quando Nico Paz riceve la palla già orientato verso la porta, diventa un pericolo costante per le difese avversarie. Strategia e tecnica si uniscono anche nelle manovre dal portiere, con rinvii studiati per gli esterni e ricerca continua del terzo uomo.
Non solo fortuna: il lavoro di società e allenatori
Dietro le sorprendenti posizioni di Bologna e Como c’è un lavoro certosino: organizzazione societaria, gestione delle rose, scelte tattiche intelligenti e continuità di progetto. Entrambe le squadre dimostrano come la programmazione e la visione di lungo periodo possano competere con realtà più blasonate.
Se confermate fino a fine stagione, queste performance potrebbero segnare l’inizio di un nuovo corso per il calcio italiano, dimostrando che il successo non è mai frutto del caso, ma di idee, lavoro e organizzazione.



