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Italia, Gravina su Spalletti: “Non l’avrei mandato via nemmeno dopo la Norvegia”

Il Presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, è intervenuto ai microfoni del Corriere Dello Sport, dove ha svelato un clamoroso retroscena riguardante l’esonero di Luciano Spalletti, avvenuto dopo la figuraccia in Norvegia.

Italia, Gravina su Spalletti: “Non l’avrei mandato via nemmeno dopo la Norvegia”

Queste le dichiarazioni del Presidente Federale: “Spalletti non l’avrei mandato via neanche dopo Norvegia-Italia. Mi accusano di non essermi presentato alla conferenza in cui annunciò la fine del rapporto ma non è vero, ero lì. Ma essendo la conferenza Uefa della vigilia, non potevo intervenire. L’accordo era che alla fine di quella conferenza io e Luciano, insieme, avremmo annunciato la risoluzione. Lui mi ha anticipato, è crollato alla prima domanda. Non ha trattenuto la sua esplosione di rabbia. Ma è stata una reazione da italiano vero. Chi ha scelto Gattuso? Nel Club Italia il dialogo è costante. A marzo 2025 avevamo già contattato Rino per coinvolgerlo: gli avrei affidato l’Under 21. Avremmo voluto a bordo anche Baldini. Così quando c’è stata l’occasione li abbiamo chiamati entrambi. Mancini si era proposto per tornare, è vero, ci ho parlato. Aveva dato la sua ampia disponibilità”.

“Se vado via io, riparte il calcio e vinciamo i Mondiali? Se ne avessi la certezza, sarei il primo a farmi da parte. Per questo sono un uomo sereno. Rischiamo ancora di non andare ai Mondiali? A marzo non manca molto e dopo l’inverno c’è sempre la primavera. Sono ottimista, su basi concrete, reali, su elementi oggettivi come il percorso che ci ha portato fin qui al netto del secondo tempo con la Norvegia. Il pessimismo ci fa sprecare energie, disperderle non aiuta la causa. L’obiettivo è alla portata. Rimbocchiamoci le maniche, impegniamoci tutti insieme. E dico tutti. Ogni volta che la Nazionale commette un passo falso, immediatamente c’è l’indignazione popolare e si chiedono le teste. Ci sto, è il gioco dei tifosi. Ma noi continuiamo a cercare colpevoli senza renderci conto che la Figc non può imporre certe cose, ma soltanto sensibilizzare. Abbiamo ad esempio approvato una norma che rende conveniente puntare sui giovani italiani”.

“Guovani? Anche l’Italia sta lavorando a un progetto serio sui giovani – continua Gravina – La nostra progettualità va avanti dal 2018, nel frattempo siamo diventati campioni d’Europa con l’Under 17 e con l’Under 19 e vicecampioni del mondo Under 20. Stiamo poi avviando un progetto per l’attività di base dai 5 ai 13 anni con due campioni del mondo, Perrotta e Zambrotta, insieme a un maestro come Prandelli. Vogliamo cancellare l’idea di un metodo incentrato solo sulla tattica. Meno tattica e più tecnica, questo l’obiettivo. Dobbiamo liberare l’estro. I bambini si annoiano, vogliono giocare, gli allenatori tendono a ingabbiarli negli schemi già in tenera età. Chi punta al risultato non può lavorare nell’attività di base. Diverso sarebbe affidando i ragazzi a degli specialisti della formazione”.

Vincenzo Schiavo

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