Nel quarantennale della tragedia dell’Heysel, la Camera dei Deputati ha dedicato una giornata ufficiale alla memoria delle 39 vittime — di cui 32 italiane — morte il 29 maggio 1985 prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool.
Juventus, la Camera ricorda i 40 anni dell’Heysel: “Un trauma per lo sport che non va dimenticato”
L’iniziativa, ospitata nella Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, si inserisce nel più ampio percorso istituzionale volto alla tutela della memoria storica legata agli eventi che hanno segnato in modo permanente lo sport europeo.
Una tragedia che segnò la storia dello sport europeo
Il 29 maggio 2025 ha rappresentato un passaggio simbolico: quarant’anni da una delle pagine più buie nella storia del calcio mondiale. Oltre ai 39 morti, più di 600 tifosi rimasero feriti nel crollo del settore Z dello stadio Heysel di Bruxelles, causato da incidenti tra opposte tifoserie e da carenze strutturali dell’impianto.
La commemorazione istituzionale a Roma è stata l’occasione per ribadire il valore civile del ricordo e la necessità di mantenere alta l’attenzione sulla sicurezza negli stadi.
Ferrero: “sport trasformato in dolore, ma la memoria non può svanire”
Il presidente della Juventus Gianluca Ferrero ha sottolineato l’impatto emotivo e storico della tragedia, definendola un trauma collettivo:
“È stato un trauma. Quella che doveva essere una giornata di sport e gioia si è trasformata in un dramma per il mondo dello sport, per le famiglie delle vittime e per la Juventus. I traumi vanno compresi e metabolizzati. La volontà della Juventus è di non dimenticare.”
Ferrero ha ricordato le iniziative adottate dal club per preservare la memoria dell’Heysel:
“Abbiamo inaugurato una stele con i nomi delle vittime e un monumento in loro ricordo. Abbiamo investito sulla sicurezza affinché eventi simili non possano più ripetersi.”
Fontana: “ricordare per impedire che il calcio venga associato alla violenza”
Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha ampliato la riflessione sul significato civile del ricordo:
“Si deve ricordare perché nel ricordo c’è la speranza che queste cose non accadano più. Il calcio è uno sport e deve tornare a essere divertimento, senza mai trascendere. Devono rimanere solo emozioni sane da trasmettere ai figli. Va ricordato l’Heysel perché nessuno colleghi più una tragedia di questo tipo al calcio.”
Fontana ha poi condiviso un punto di vista più personale, legato alla sua esperienza di tifoso:
“Sono un grande appassionato di calcio, non della Juventus ma dell’Hellas Verona. Ho visto un documentario sull’Heysel che non mi ha fatto dormire. Mi sono immedesimato in quei giovani tifosi che volevano semplicemente vivere una giornata di festa. Porto mia figlia allo stadio e conosco la bellezza di certe emozioni: immaginare che non fossero più tornati a casa è qualcosa che non si può ignorare. Non ricordare questa giornata sarebbe stato inconcepibile.”
Una memoria necessaria per il futuro del calcio
La ricorrenza del quarantennale ha restituito centralità a un tema troppo spesso relegato alla cronaca storica: la sicurezza come principio fondativo dello sport moderno. La tragedia dell’Heysel ha rappresentato un punto di svolta nelle normative europee sulle infrastrutture sportive e sul controllo degli eventi ad alta affluenza.
La giornata alla Camera ha voluto ribadire che la responsabilità della memoria non appartiene solo alle istituzioni o ai club coinvolti, ma all’intero sistema sportivo.



