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CorSport – Napoli, Conte orfano dei “Fab4”: resta solo McTominay e va preservato…

CorSport – Napoli, Conte orfano dei “Fab4”: resta solo McTominay e va preservato…

Dei Fab Four è rimasto lui, unico e solo, l’highlander di Antonio Conte nel momento clou della stagione con partite ogni tre giorni, il ritorno della Champions, la vetta di Serie A da blindare e la Supercoppa da provare a conquistare. Scott McTominay è il superstite del centrocampo del Napoli, il reparto show dell’estate che si è sgretolato un po’ alla volta, da De Bruyne a Lobotka passando per Gilmour e Anguissa, tutti fuori e out – ad eccezione di Lobo – almeno fino alla fine dell’anno (il 2025) che sta per concludersi. Per Stani stop di due settimane e rientro per Riyad, ma intanto l’assenza è pesante e si farà sentire. Per McT bisognerà trovare un modo per preservarlo e difenderlo dalle insidie e dagli imprevisti che stanno condizionando la stagione del Napoli.

Conte ha solo lui, ora, con Elmas e Vergara a completare le scelte ridotte al minimo nella zona nevralgica del campo. Domani la Juve, mercoledì il Benfica di Mourinho a Lisbona, domenica prossima l’Udinese: altre tre partite in otto giorni e Scott è già pronto agli straordinari, nulla di diverso da ciò che ha sempre fatto ma con la differenza che stavolta sarà lo special guest nel cuore del campo, il leader a cui chiedere anche uno sforzo e, soprattutto, di autoproteggersi e custodirsi per non rischiare di ritrovarsi improvvisamente anche senza di lui. Un carico di responsabilità che fa tanto onore per un giocatore comunque insostituibile che anche quest’anno, come nella scorsa stagione, è tra gli stakanovisti di Conte – secondo dietro Di Lorenzo – in ogni zona di campo, laddove serva. Al suo arrivo era partito da seconda punta, poi mezzala, poi anche finto esterno. Ma è sempre stato Scott, con i suoi inserimenti, la fisicità da Premier e una concretezza che ancora oggi spiazza.

Dopo la sosta, col cambio modulo e il passaggio al 3-4-2-1, McTominay aveva arretrato il proprio raggio d’azione da interno a centrocampista centrale. Compiti diversi, il solito apporto e una confidenza con la porta avversaria blindata: assist per Neres con l’Atalanta, un gol e mezzo con il Qarabag e un’altra prova superlativa all’Olimpico dove ha corso più di tutti (oltre 12 chilometri) con strappi, sprint e recuperi dominando contro Cristante e Koné, esponendo fiero l’etichetta di Mvp dell’ultimo campionato conquistata non solo per i dodici gol ma per una presenza impattante, un gigante capace di spiccare ogni volta su tutti.

Ma McT è tante cose assieme. Per ora, come un anno fa ma dietro Lukaku che adesso manca, è il capocannoniere della squadra con cinque gol stagionali. Resta lui – con Hojlund, Anguissa e De Bruyne subito dietro a quattro – il riferimento realizzativo del Napoli, il falso nove in cabina di regia che ha per la porta una sensibilità spiccata. Conte sa di non poterne fare a meno, soprattutto ora che si ritrova senza la sua idea iniziale, quella sorta in estate. Si chiamavano i Fab Four, rappresentavano la svolta tattica, ma sono durati troppo poco: è stato il caso e la sfortuna e una serie di imprevisti a scombinare le carte al tavolo di Conte. In pochi mesi è cambiato tutto, ma per fortuna c’è una costante: Scott. Che alla Juve, tra l’altro, non ha mai segnato. Buon a sapersi.

Carlo Gioia