L’episodio avvenuto durante Cagliari-Roma ha acceso il dibattito: lo scontro verbale tra Folorunsho ed Hermoso, ripreso chiaramente dalle telecamere per oltre dieci secondi, è diventato virale e ha sollevato interrogativi sulle possibili conseguenze disciplinari.
Cagliari-Roma, caso Folorunsho-Hermoso: perché la giustizia sportiva non può intervenire. Cosa prevede davvero il Codice
Nonostante la gravità degli insulti, il centrocampista del Cagliari rischia concretamente di non essere sanzionato, a causa dei limiti previsti dall’attuale Codice di Giustizia Sportiva.
Cosa è successo in campo
Durante un momento concitato del match, i due giocatori – già nervosi per lo sviluppo della gara – sono entrati in contatto scambiandosi frasi pesanti. L’arbitro, posizionato a distanza, è poi intervenuto mostrando un’ammonizione a entrambi. Se nel referto risultasse che il direttore di gara ha percepito quanto accaduto, il caso sarebbe già chiuso. In caso contrario, la verifica passerebbe agli ispettori federali e, se necessario, a un supplemento d’indagine.
Ma, nonostante la disponibilità di immagini chiarissime, resta un ostacolo decisivo: la prova televisiva non è utilizzabile per questo tipo di condotte.
Perché la prova tv non può essere applicata
La Gazzetta dello Sport ha ricostruito i motivi giuridici che impediscono ulteriori sanzioni. Tutto ruota attorno all’articolo 61, comma 3, del Codice di Giustizia Sportiva, che limita l’uso della prova tv ai seguenti casi non visti dall’arbitro o dal VAR:
condotte violente
comportamenti gravemente antisportivi
uso di espressioni blasfeme
Gli insulti verbali, anche se pesanti o denigratori, non rientrano in queste categorie. Il sistema punisce in modo diretto solo la bestemmia: per tutte le altre forme di offesa verbale, il ricorso alla prova tv non è ammesso.
Inoltre, sarebbe necessario accertare se il VAR abbia valutato l’episodio. Il regolamento, infatti, consente un intervento in caso di espulsione potenziale per:
condotta violenta
mordere o sputare
agire in modo offensivo o ingiurioso
Quest’ultimo punto riguarda gli insulti, ma resta un nodo interpretativo: quali espressioni sono considerate sanzionabili e riconducibili alla norma? La questione ricade nell’ambito dell’articolo 28 del Codice, che definisce la tipologia di offese punibili in modo diretto.
Un vuoto normativo che alimenta polemiche
L’episodio mette in luce una criticità strutturale: l’attuale normativa distingue tra bestemmie – punite anche tramite immagini – e altre forme di ingiuria, che possono sfuggire alla disciplina se non colte dall’arbitro.
Questo scenario genera un evidente paradosso: anche insulti di grande gravità e completamente documentati rischiano di non avere alcuna conseguenza disciplinare.
Il caso Folorunsho-Hermoso diventa quindi emblematico di una questione più ampia: la necessità, sempre più evidente, di aggiornare un sistema disciplinare non più adeguato alla realtà tecnologica e comunicativa del calcio moderno.



