Nel prepartita di Benfica-Napoli, Gabriele Oriali torna al centro della scena con dichiarazioni che illuminano il suo rapporto profondo con l’Inter e con due allenatori che hanno segnato il suo percorso professionale: Antonio Conte e José Mourinho.
Napoli, Oriali tra Inter, Conte e Mourinho: un legame che resiste oltre le panchine
Il coordinatore tecnico del Napoli, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha offerto uno spaccato personale che va oltre l’attualità sportiva, toccando corde identitarie e memorie indelebili.
Il legame con l’Inter: una seconda pelle
Oriali non usa giri di parole per descrivere cosa significhi affrontare la squadra che ha rappresentato per lui casa sportiva e familiare.
“Ci sono partite che non sono uguali alle altre. Io quelle con l’Inter non vorrei mai giocarle”, afferma con fermezza, ribadendo un senso di appartenenza che non si è mai affievolito.
L’ex dirigente nerazzurro, figura chiave nella storia moderna del club, sottolinea come quel legame sia stato determinante anche nelle sue scelte:
“Via Mourinho dall’Inter, via Oriali. Io sarei rimasto. L’Inter è la mia seconda pelle”.
Un’identità professionale che si traduce in numeri significativi: otto degli oltre venti titoli conquistati nelle sue diverse carriere li ha ottenuti proprio in nerazzurro.
Mourinho e Conte: due maestri diversi, un carisma comune
Se l’Inter è la sua casa, Mourinho e Conte rappresentano per Oriali due modi complementari di vivere il calcio. Li definisce “fuoriclasse della panchina”, accomunati dalla straordinaria capacità di trasmettere valori e di entrare nella mente dei loro giocatori.
“Per Mourinho e per Conte i calciatori si lancerebbero nel fuoco”, spiega Oriali, ricordando come entrambi plasmino la personalità della squadra, lasciando un’impronta che va oltre i risultati.
Il Triplete del 2010, vissuto fianco a fianco con Mourinho, resta un capitolo irripetibile della sua carriera. Non a caso scherza dicendo: “In due mi chiamano Gabriele: mia madre e José”. Un’affermazione che restituisce il livello di confidenza e stima reciproca.
Nemmeno i confronti da avversari hanno mai incrinato quel rapporto: “Con Mou è già successo di vivere sfide da avversari, nemici mai”.
Un incrocio di storie nella notte di Lisbona
Benfica-Napoli diventa, nelle parole di Oriali, qualcosa di più di una gara di Champions: è il punto d’incontro tra un passato glorioso e un presente di nuove sfide. Da una parte Antonio Conte, oggi compagno di viaggio nel progetto Napoli; dall’altra José Mourinho, simbolo del periodo più vincente dell’Inter moderna.
Per Oriali sarà una partita speciale, uno di quei momenti in cui il calcio smette di essere solo competizione e torna ad essere memoria, legame e identità.



