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Olympique Marsiglia, Benatia: “Per il gol di Koulibaly non ho dormito tre notti. Oggi mancano i cattivi, io…”

Benatia

Medhi Benatia oggi vive la sua terza vita nel calcio. Dopo una carriera da difensore di altissimo livello e una breve parentesi da procuratore, l’ex centrale è tornato dove tutto era cominciato: Marsiglia.

Olympique Marsiglia, Benatia: “Per il gol di Koulibaly non ho dormito tre notti. Oggi mancano i cattivi, io…”

Da due anni è il direttore sportivo dell’Olympique e guida un progetto ambizioso, fatto di identità, carattere e idee chiare. In una lunga intervista, Benatia ripercorre il suo passato, analizza il calcio di oggi e racconta senza filtri ciò che lo ha reso uno dei leader più rispettati della sua generazione.

Guidolin, l’uomo che gli ha cambiato la carriera

Quando gli si chiede a chi debba di più, Benatia non ha dubbi: “Francesco Guidolin”. L’arrivo all’Udinese rappresentò una svolta decisiva: “Venivo dalla Serie B francese, ero ancora un mezzo giocatore. In ritiro eravamo in cento, lui non mi conosceva, ma vide che ero un lottatore. Mi scelse per quello”.

Un imprinting che il marocchino porta con sé ancora oggi: “Mi ha insegnato che una squadra non deve regalare nemmeno un millimetro. Voleva uomini che giocassero con il coltello tra i denti”. Una mentalità che Benatia ha provato a trasmettere anche da dirigente, soprattutto nei momenti più difficili vissuti al Marsiglia.

Marsiglia, la svolta da dirigente: “Qui non si può scherzare”

Il ritorno all’OM nel novembre 2023 non è stato semplice. “La squadra veniva da cinque sconfitte di fila. In aereo vedevo giocatori ridere e scherzare. Dissi subito al presidente Longoria: ‘In un club così non posso starci, altrimenti finisce male’”.

Da lì è iniziata una rivoluzione profonda: “Nell’estate 2024 abbiamo cambiato 13-14 giocatori. Serviva grinta, carattere”. Benatia denuncia un problema più ampio: “Oggi manca il giocatore cattivo. C’è meno passione. Io, quando avevamo il giorno libero, andavo comunque ad allenarmi. Oggi nessuno lo fa più”.

Cristiano Ronaldo e la cultura del lavoro totale

Tra i compagni che più lo hanno impressionato c’è Cristiano Ronaldo. “Lui va oltre tutto. Una volta tornammo da Bergamo, arrivammo alle 23. Io andai a casa, lui si mise la tuta e andò in palestra. È il numero uno perché vive solo per il calcio”.

Un esempio di professionalità estrema che, secondo Benatia, oggi è sempre più raro.

Roma, Juventus e quel gol di Koulibaly mai dimenticato

Il capitolo Roma resta una ferita aperta: “Non sarei mai voluto andare via. Feci il capitano dopo Totti e De Rossi, volevo vincere lì. Quando Sabatini mi disse che dovevano vendermi per il fair play finanziario, persi fiducia. L’ho vissuta malissimo”.

Alla Juventus, invece, il rapporto con Allegri si incrinò dopo il ritorno di Bonucci: “Non volevo giocare una partita su quattro. Dopo una buona gara col Milan finii in panchina e chiesi la cessione. Ma con Allegri, Chiellini e Buffon ho ancora un ottimo rapporto”.

Indelebile resta Juventus-Napoli 0-1 del 2018: “Per il gol di Koulibaly non ho dormito tre notti. Feci una delle mie migliori partite, poi al 90’ Albiol mi fece un mezzo blocco e Kalidou segnò un gol incredibile. La settimana dopo Allegri mi lasciò fuori e sembrava fosse tutta colpa mia”.

Il difensore “cattivo” che oggi non esiste più

Benatia rivendica con orgoglio il suo modo di stare in campo: “Io ero uno di cuore, ma mi facevo odiare. Higuain mi disse che mi detestava quando giocavamo contro. Poi siamo diventati grandi amici”.

Nel Marsiglia di oggi vede qualcosa di sé in Facundo Medina: “Come carattere è quello che mi assomiglia di più”.

De Zerbi al Marsiglia: una scelta di visione

La scelta di Roberto De Zerbi per la panchina dell’OM è stata fortemente voluta da Benatia: “È malato di calcio. Dopo un 5-1 al Nizza era scontento perché si poteva fare meglio. Ho visto lo stesso atteggiamento solo in Guardiola”.

Il dirigente racconta il momento della chiamata: “Quando ho saputo che si liberava, l’ho chiamato subito. Gli dissi: ‘Marsiglia ha bisogno di gente come noi’. Così l’ho convinto”.

Algoritmi o istinto? “Io guardo l’uomo”

Sul mercato Benatia sceglie un equilibrio: “I dati aiutano, ma io mi fido dell’occhio e delle sensazioni. Voglio giocatori adatti all’allenatore e al contesto”.

L’acquisto di cui va più fiero? “De Zerbi. Tra i calciatori Greenwood, Hojbjerg per la mentalità, Medina per il carattere. E Rabiot, che ha dato tanto al progetto”.

Il Marsiglia oggi e la sfida al PSG

Il Marsiglia è terzo in Ligue 1 e ha battuto il PSG dopo 14 anni: “Non perché eravamo più forti, ma perché ci abbiamo creduto di più. Loro hanno un progetto enorme, ma in campo siamo sempre undici contro undici”.

Benatia chiude con una dichiarazione che riassume tutto il suo percorso: “Sono tornato a Marsiglia per cambiare le cose. Non ho fatto calcoli. Alla gente dico una cosa sola: sono in missione”.