Gabriele Gravina interviene senza giri di parole sul caso Allegri-Oriali, esploso dopo Napoli-Milan e diventato rapidamente un tema centrale nel dibattito calcistico nazionale.
Gravina sul caso Allegri-Oriali: “Una figuraccia per il calcio”. Dubbi sull’arbitro asiatico per Milan-Como a Perth
Il presidente della FIGC, a margine del Consiglio Federale, ha definito l’episodio con un’espressione durissima, allargando poi il discorso a un problema più profondo che riguarda il comportamento delle panchine e la cultura sportiva. Non solo: Gravina ha affrontato anche un altro tema delicato, quello dell’arbitro asiatico designato per Milan-Como, gara in programma l’8 febbraio a Perth.
“Una figuraccia”: il giudizio netto sul caso Allegri-Oriali
Sull’aggressione verbale tra Massimiliano Allegri e Gabriele Oriali, Gravina è stato tranchant: “Stiamo parlando di una figuraccia”. Nessun tentativo di minimizzare, ma la volontà di inquadrare l’episodio in un contesto più ampio, che va oltre la singola responsabilità disciplinare.
Il presidente federale ha chiarito anche il tema delle possibili sanzioni: “Le sanzioni si applicano in caso di violazione del regolamento sportivo. Qui credo si tratti soprattutto di un fatto culturale”. Secondo Gravina, il problema non è solo regolamentare, ma educativo: “Bisogna riacquistare il senso dell’educazione. Offendere sta diventando quasi normale”.
Panchine fuori controllo e un solo sconfitto
Nel suo intervento, Gravina ha puntato il dito contro un’abitudine sempre più diffusa: l’idea che urlare e protestare possa influenzare le decisioni arbitrali. “I movimenti delle panchine sono inguardabili. Si è convinti che più si urla più si possano condizionare le decisioni di campo”. Una deriva che, secondo il numero uno della FIGC, produce un unico risultato: “C’è solo uno sconfitto in tutto questo, ed è il calcio”.
Dal caso Allegri a Cagliari-Roma: il tema del rispetto
Gravina ha poi collegato il caso Allegri-Oriali a un altro episodio recente che ha scosso il mondo del calcio, quello degli insulti durante Cagliari-Roma. Il messaggio è stato esteso a tutte le componenti del sistema: “Vale per Folorunsho, vale per i presidenti, per i tifosi e per gli allenatori”.
Il richiamo ai valori è esplicito: “Parliamo di fair play, di etica e di rispetto. Ce lo stampiamo sulle maglie, facciamo campagne e poi ci sputiamo addosso”. Un’accusa pesante, che evidenzia la distanza tra i messaggi ufficiali e i comportamenti reali.
Milan-Como a Perth e il nodo dell’arbitro asiatico
Altro capitolo affrontato da Gravina è quello di Milan-Como, ufficialmente in programma l’8 febbraio a Perth. Sullo spostamento della partita in Australia, il presidente FIGC ha ricordato che la Federazione ha mostrato apertura: “Abbiamo dato disponibilità ad assecondare una scelta che rientra nelle autonomie della Lega Serie A. Al momento non ci è arrivata alcuna comunicazione formale”.
Diverso il discorso sull’arbitro asiatico designato per la gara. Qui Gravina introduce un elemento di cautela: “Sul tema dell’arbitro asiatico e sull’equa competizione servono riflessioni”. Un argomento che, secondo il presidente federale, va discusso con la Lega Serie A per trovare un punto di equilibrio.
“Capire cosa si mette e cosa si riceve”
Gravina chiarisce che la FIGC non ha una posizione ideologica: “Non siamo contrari e non siamo favorevoli, vogliamo solo capire”. L’obiettivo dichiarato è costruire rapporti di crescita reciproca tra federazioni arbitrali, ma con una valutazione attenta dei benefici: “Occorre capire cosa si mette e cosa si riceve”.
Arbitri italiani come eccellenza internazionale
Nel finale, Gravina difende con forza il valore del movimento arbitrale italiano: “Gli arbitri italiani sono una vera eccellenza del sistema internazionale”. Un patrimonio che la Federazione intende preservare, pur senza chiudersi agli esperimenti: “Per principio non sono contrario alle novità, se il confronto con professionalità estere può migliorare il percorso di eccellenza, ben venga”.
Sull’ipotesi di illegittimità, il presidente FIGC è netto: “Non parlerei di illegittimità”. Ma ribadisce la necessità di un confronto strutturato: “Con la confederazione asiatica, quella australiana e la nostra federazione dobbiamo trovare un equilibrio”.
Un intervento a tutto campo che, partendo dal caso Allegri-Oriali, tocca nervi scoperti del calcio italiano: educazione, rispetto, credibilità e governance. Temi che, come sottolineato da Gravina, vanno ben oltre un singolo episodio di campo.



