L’ex centrocampista dell’Inter si confessa al Corriere della Sera: il crollo personale, il percorso di cura e la scelta di aiutare gli altri mettendo la propria esperienza al servizio di chi soffre
Guarín racconta la sua rinascita: “Alcol, depressione e tre tentativi di suicidio. Oggi sto vincendo la mia battaglia”
Dal successo nei grandi stadi europei all’oscurità più profonda. Fredy Guarín rompe il silenzio e racconta senza filtri la parte più dolorosa della sua vita, segnata da depressione, dipendenza dall’alcol e tre tentativi di suicidio. Oggi, però, l’ex centrocampista dell’Inter parla di rinascita e di una battaglia che sente di stare finalmente vincendo.
“Come sto? Sto vincendo la mia battaglia”, dice con lucidità e consapevolezza, guardando indietro a un periodo che lui stesso definisce infernale.
L’inizio del crollo: “Ho cominciato a bere negli ultimi mesi all’Inter”
Guarín individua l’origine del suo disagio negli ultimi mesi vissuti in nerazzurro. Un momento in cui il campo smette di essere un rifugio e la vita privata prende il sopravvento.
“Ho iniziato a bere durante gli ultimi mesi all’Inter. Stavo male per la mia situazione familiare. Mi stavo separando da mia moglie ed ero lontano dai miei bambini”.
Il trasferimento in Cina, anziché rappresentare una svolta, peggiora ulteriormente la situazione emotiva. Poi il passaggio in Brasile, coinciso con lo scoppio della pandemia.
“Quando sono andato in Brasile è arrivato il Covid. In quel momento è venuto meno ciò che ancora mi salvava: il pallone. Sono rimasto senza niente, solo con me stesso”.
La solitudine e il grido d’aiuto
Il racconto si fa ancora più duro quando Guarín descrive uno dei momenti più critici della sua vita, quello in cui ha seriamente pensato di togliersela.
“Ero a casa da solo, avevo bevuto. Chiamavo le persone, ma non rispondeva nessuno. Stavo pensando di farla finita. Ero stanco di tutto”.
Un attimo sospeso tra la vita e la morte, spezzato da una richiesta d’aiuto decisiva.
“Ho chiamato la mia psicologa e il mio agente. Dio mi ha salvato”.
Il percorso di recupero e la riconquista dei legami
Da quel momento inizia un cammino lungo e complesso. Guarín entra in una fondazione specializzata, intraprende un percorso riabilitativo e riesce a interrompere il rapporto con l’alcol. Un lavoro quotidiano, fatto di consapevolezza e responsabilità.
Fondamentale è anche il rapporto con i figli, inizialmente segnato dalla distanza e dalla sofferenza.
“Non mi hanno perdonato subito, ma con il tempo mi hanno compreso”.
Un legame ricostruito passo dopo passo, che oggi rappresenta uno dei pilastri della sua rinascita personale.
Oggi l’impegno per aiutare gli altri
Guarín non si limita a raccontare il proprio passato. La sua esperienza diventa uno strumento per sostenere chi vive situazioni simili.
“Ora lavoro nella fondazione insieme alla mia psicologa. Voglio mettere la mia esperienza a disposizione delle persone”.
Una scelta che trasforma il dolore in testimonianza e il vissuto personale in un messaggio di speranza: anche dopo il buio più profondo è possibile tornare a vedere la luce.
La storia di Fredy Guarín va oltre il calcio. È il racconto di una caduta, ma soprattutto di una risalita, che oggi l’ex nerazzurro vuole condividere per ricordare che chiedere aiuto non è una debolezza, ma il primo passo verso la salvezza.



