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Italia, Gattuso: “Il mio chiodo fisso è andare al Mondiale. Ho accettato subito il ruolo di ct e…”

Il commissario tecnico a Vivo Azzurro TV: “Finora la squadra ha sempre dato tutto, a marzo non dovremo vedere i fantasmi alla prima difficoltà”, riporta Sportmediaset

Italia, Gattuso: “Il mio chiodo fisso è andare al Mondiale. Ho accettato subito il ruolo di ct e…”

Rino Gattuso ha rilasciato una lunga intervista a Vivo Azzurro TV nel corso della quale ha parlato dei suoi primi sei mesi sulla panchina della Nazionale e dei play-off di marzo in cui l’Italia si giocherà il pass per i Mondiali. “Quando mi è stato proposto di diventare ct ho detto subito di sì, senza chiedermi quali fossero i pro e i contro – ha spiegato il ct azzurro, ex tecnico del Napoli -.

 

Ho accettato e non me ne pento, sono orgoglioso di rappresentare il mio Paese. Mi sento un privilegiato, un uomo molto fortunato. Ho la possibilità di allenare la Nazionale italiana e penso che milioni di persone si vorrebbero trovare al mio posto. Ho tanta responsabilità, ma la responsabilità ce l’ho avuta anche all’età di dodici anni: quando sono andato a Perugia, stavo in una stanza e il pensiero era che non potevo tornare a casa, altrimenti avrei fallito. È da una vita che convivo con le pressioni, spero di dare il massimo e di regalare con i miei ragazzi una gioia all’Italia intera”.
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Sei partite, cinque vittorie e una sola sconfitta: è questo il bilancio dei primi sei mesi da ct di Gattuso, che ha raccolto una Nazionale ferita dalla rovinosa caduta a Oslo con la Norvegia risollevandola nello spirito e restituendole un’identità e un carattere forte: “Sapevo di essermi preso una grande responsabilità e che non era facile, ma devo dire che nelle sei partite che abbiamo fatto, tranne nell’ultima in cui abbiamo sbagliato il secondo tempo, i giocatori hanno dato tutto. La squadra si è sempre fatta trovare pronta. Ho visto atteggiamenti molto positivi, mentalità positiva e grande senso di appartenenza. Ho trovato un gruppo di ragazzi che sta cercando di dare tutto quello che ha. Penso che si percepisca”.

Ora il focus è tutto sui playoff di marzo: prima la semifinale con l’Irlanda del Nord e poi, eventualmente, la vincente del match tra Galles e Bosnia. “Non dobbiamo commettere lo stesso errore di quattro anni fa con la Macedonia del Nord. Il calcio moderno dice che partite facili non esistono più, che un’avversaria può sempre metterti in difficoltà – ha ammonito Gattuso -. L’importante è saper reagire, non andare in down se succede qualcosa di negativo, ma dare continuità per novanta minuti. Tra tre mesi ci giocheremo qualcosa di importante, tutta la nazione ci sta aspettando. Ci vuole tranquillità, dovremo arrivarci con la giusta mentalità e con l’amor proprio per il Paese che rappresentiamo e per questa maglia. Vediamo di farci trovare pronti per quello che ci aspetta”.

Per Gattuso il Mondiale, dove l’Italia manca dal 2014, è in chiodo fisso: “Il chiodo fisso è andare al Mondiale, tornare lì dove siamo stati per tantissimi anni, anche da protagonisti. Dobbiamo volerlo a tutti i costi, non cominciare a vedere i fantasmi alla prima difficoltà”.

È troppo presto per pensare all’Irlanda del Nord, meglio concentrarsi sul presente: “Devo vivere alla giornata. Non sono più il Gattuso di una volta, quello che aveva un obiettivo e si preparava solo per quello. Oggi sono una persona diversa, faccio un lavoro totalmente diverso. Sono il primo a dover dare tranquillità, devo sbagliare il meno possibile e fare le scelte giuste. Se mi mettessi a pensare adesso alla partita di marzo non ci arriverei lucido. La lucidità e l’energia si devono perdere oggi su quello che andiamo a vedere, su quello che propone il nostro calcio e sulle scelte che dobbiamo fare. Quando arriveremo a Coverciano, in quei dieci giorni ci dedicheremo a preparare al meglio la partita”.

Da qui a marzo, insieme ai suoi assistenti, Gattuso seguirà con la massima attenzione tutti i calciatori convocabili: “Vivrò questi tre mesi lavorando. Girando e vedendo partite. E poi parlando con i miei ragazzi. Li sento spesso, non solo i veterani. Mi piace chiacchierarci, sto molto a contatto con loro”.
A proposito dei suoi calciatori, Gattuso ne apprezza forza e predisposizione al sacrificio: “Noi abbiamo giocatori forti, anche se è un dato di fatto che sono pochi gli italiani nel nostro campionato. In questi mesi ho apprezzato molto i sacrifici fatti dai ragazzi, c’è chi è stato male ed è rimasto tutto il tempo con noi. Nella mia carriera sono arrivato tante volte con le stampelle a Coverciano. È giusto così, un gruppo non si crea stando solo tre o quattro giorni insieme”.